L’autonomia differenziata e i problemi che rischia di creare al mondo della scuola. Si questo si parlerà nel dibattito pubblico in programma il 31 maggio, alle 18, nella Casa del popolo La conviviale di Vasto.
«Il ddl sull’autonomia differenziata – si legge nella nota che annuncia il dibattito – si appresta a cambiare radicalmente il rapporto tra lo Stato e le Regioni, concedendo a queste ultime la possibilità di assumere forme e condizioni particolari di autonomia, gestendo il 90% delle entrate fiscali e decidendo in materia di sanità, istruzione, lavoro, ambiente e infrastrutture.
Abbiamo già affrontato, alla Casa del Popolo La Conviviale, a Vasto, il tema dell’autonomia differenziata riferito alla sanità e l’impatto che avrà su questo settore strategico per il benessere della popolazione.
Non di meno, uno dei settori che verrebbe fortemente penalizzato dall’autonomia differenziata è quello della scuola. Per capire meglio l’impatto della riforma sul sistema dell’istruzione pubblica, abbiamo programmato per il 31 maggio, dalle ore 18, presso la sede della Casa del Popolo La Conviviale, in Corso Dante, 50/52, a Vasto, una Tavola Rotonda in cui protagonista sarà la “voce” della scuola. I relatori infatti sono o provengono dal mondo dell’Istruzione e porteranno le loro riflessioni con la consapevolezza di quanto questa riforma potrà creare una situazione di profonda ingiustizia e disuguaglianza tra le regioni. Una situazione che rischia di compromettere il diritto all’istruzione di migliaia di studenti e la qualità del lavoro di migliaia di insegnanti.
L’autonomia differenziata, infatti, metterebbe in discussione il ruolo dello Stato nell’indicare gli indirizzi generali sull’istruzione, lasciando alle regioni la possibilità di definire i livelli essenziali delle prestazioni, i programmi, i curricoli, i criteri di valutazione e i contratti dei lavoratori della scuola. Questo potrebbe portare a una frammentazione del sistema educativo nazionale, con differenze sostanziali tra le regioni in termini di qualità, accessibilità e inclusività dell’istruzione. L’autonomia differenziata, quindi, non è una semplice riforma amministrativa, ma una vera e propria rivoluzione politica, che cambierebbe radicalmente il volto dell’Italia e della sua scuola. Si tratta di una scelta che non può essere lasciata alla discrezionalità delle regioni, ma che deve essere sottoposta al vaglio del Parlamento e del popolo, attraverso un dibattito pubblico e un referendum. Solo così si potrà evitare che l’autonomia differenziata diventi una trappola per la scuola e i suoi lavoratori».