Condotte idriche bucate come gli scolapasta e reti fognarie che scoppiano alla prima pioggia. Nel Vastese si preannuncia un’altra estate di problemi. Ieri su San Salvo si è abbattuta un’intensa grandinata, durata circa un quarto d’ora, seguita da una forte pioggia. Le strade sono diventate torrenti.
Ventiquattr’ore prima a Vasto gli operai incaricati dalla Sasi erano al lavoro per tappare l’ennesima falla nella fogna, con conseguente apertura di una piccola voragine che ha tagliato in due per 24 ore via Madonna dell’Asilo, una delle strade più trafficate della città.
Secondo i dati forniti a Chiaro Quotidiano dalla società che gestisce il servizio idrico integrato in 87 dei 104 comuni della provincia di Chieti, le riparazioni nel 2023 sono state tra le 350 e le 400. Corrispondono a una spesa complessiva di due milioni di euro per la sostituzione dei tubi lesionati.
Ma riparare i buchi nelle condotte che hanno oltre settant’anni, come quelle che si diramano al di sotto dell’abitato di Vasto, equivale a coprirsi con una coperta corta: si rattoppa da una parte e i tubi collassano altrove. Perché, se è vero che tra l’autunno e l’inverno è piovuto pochissimo, è ancor peggio sapere che il problema principale è la dispersione idrica. Non riguarda solo il Vastese, ma l’intero Abruzzo in cui la provincia di Chieti indossa la maglia nera.
I dati Istat (riferiti al 2022, in attesa di quelli del 2023 da cui non ci si aspettano significativi miglioramenti) dicono che in Abruzzo sei litri su dieci d’acqua potabile si perdono strada facendo: la percentuale di dispersione è del 62,5%. Nel podio, per nulla invidiabile, dello spreco di risorsa idrica è seconda subito dopo la Basilicata (65,5%). La provincia di Chieti, col suo 70,04%, alza la media: medaglia d’argento, si fa per dire, alle spalle di Potenza che, col 71%, è prima in Italia.
Condotte idriche del 1949. Acqua piovana che finisce nella fogna scoperchiando i tombini. Quella di Vasto è una delle situazioni peggiori di tutta la regione.