Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Antonino Saetta, Rosario Angelo Livatino, Antonio Scopelliti, Pietro Scaglione, Francesca Morvillo, Cesare Terranova, Francesco Ferlaino, Francesco Coco, Vittorio Occorsio,Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione, Emilio Alessandrini, Mario Amato, Luigi Daga: sono i 19 nomi di magistrati uccisi da organizzazioni mafiose e criminali dei quali sarà possibile conoscere la storia grazie al progetto Legalità del Comune di San Salvo.
La presentazione si è tenuta stamattina nella villa comunale in occasione della Giornata della legalità nel giorno del 32° anniversario della strage di Capaci in cui furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo (magistrato anche lei) e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
L’idea è semplice: su ogni panchina della villa è stato apposto un QR Code che, scansionato con lo smartphone, rimanda a una pagina web del sito istituzionale del Comune con una breve biografia dei giudici per facilitarne la conoscenza da parte dei più giovani.
Per presentare l’iniziativa alla città, oltre alla sindaca Emanuela De Nicolis, alla giunta e alcuni consiglieri comunali, sono intervenut le classi quinte dell’Omnicomprensivo “Mattioli-D’Acquisto” e dell’Istituto “Gianni Rodari”, il presidente del tribunale Michele Monteleone, l’avvocato Andrea Chierchia in rappresentanza del proprio Ordine professionale e Alessio Lalla, presidente dell’Ordine dei commercialisti.
L’iniziativa è stata proposta all’amministrazione comunale da un cittadino, Amedeo Sannino, con una lettera aperta trovando parere positivo. «La collaborazione propositiva dei cittadini é fondamentale per la costruzione di una comunità – ha detto De Nicolis – La memoria della vita di questi eroi civili va nutrita. Essi sono stati servitori dello Stato, della nostra democrazia, uomini e donne che hanno messo la propria vita, letteralmente, a servizio di un bene superiore, quello della giustizia e della libertà del popolo italiano. Siamo loro debitori e questo debito dobbiamo assolverlo tutti insieme, mettendo in atto quotidianamente delle scelte giuste, scelte che non sempre perseguiranno i nostri singoli interessi, ma quelli dell’intera comunità».
Coinvolgente l’intervento del presidente Monteleone che ha tenuto il proprio intervento tra i giovani alunni: «L’educazione al senso civico passa attraverso le famiglie, la scuola, dobbiamo crescere ed educarci al rispetto delle regole, ma ad esso dobbiamo coniugare il senso di solidarietà, il tenersi per mano nei momenti di difficoltà, ciò consente la valorizzazione delle diversità, ognuno di noi è diverso dall’altro e se rispettiamo questa diversità, ne scaturirà un grande senso di legalità. Il rispetto delle regole e dell’altrui diversità e l’inizio del principio di legalità. Valorizziamo il pensiero divergente, è fondamentale, non possiamo pensare di creare dei cloni, ma dobbiamo rispettare l’altro. Nella società civile il cittadino è al centro e le istituzioni che hanno il dovere di tutelare la certezza dell’applicazione del diritto».
La cerimonia si è conclusa con il brano Pensa di Fabrizio Moro interpretato dal coro degli studenti e la successiva lettura delle biografie dei magistrati.