«Celebriamo una ricorrenza che ci vede ancora una volta con la maglia nera degli infortuni sul lavoro, con un aumento pesante del numero di vittime a Teramo e nella provincia di Chieti, le province più colpite dal fenomeno. Nei primi tre mesi del 2024 sono stati 1.900 gli infortuni e 4 le vittime». Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, definisce «una nuova politica degli annunci» la conferenza stampa in cui il presidente della Regione, Marco Marsilio, e l’assessora regionale Tiziana Magnacca hanno fornito i dati sull’occupazione, «mentre – afferma l’esponente dem – l’Abruzzo è zona rossa per gli infortuni sul lavoro e migliaia di lavoratori o perdono il posto, o rischiano di restarne senza a breve; mentre tutte quante le promesse fatte a poche ore dal voto di marzo per catturare il consenso anche di un altro comparto e primario, l’abrigoltura, piegato dai danni e dai mancati ristori, tornano ad essere sogni nel cassetto di una comunità che ha bisogno di interventi».
«Altra maglia nera – sostiene Paolucci – riguarda la mobilità passiva in sanità, con sempre più persone, ormai il 9,2% (oltre due punti sopra la media nazionale), che rinunciano a curarsi perché non hanno la possibilità economica di farlo, né i tempi adeguati a causa delle lunghe liste di attesa per prestazioni anche urgenti, come confermano i dati della fondazione Gimbe che vedono l’Abruzzo quarta regione d’Italia per rinuncia alle cure. Manca, inoltre, una politica industriale regionale che assuma un’iniziativa efficace sul settore, a partire dal comparto dell’automotive, nonostante l’attualità di crisi e rischi pesanti, come la cassa integrazione alla Denso, la situazione di Dayco, Baomarc e Pilkinton o le scelte di Stellantis. Occorre una strategia di intervento da parte della Regione che ad oggi non vediamo e questo nonostante la richiesta di istituzione di un tavolo aperto ai territori e alle parti sociali che, come opposizione e insieme ai sindacati, abbiamo ripetutamente richiesto durante gli ultimi cinque anni di Marsilio».