Dopo il quinto posto della scorsa stagione, il Casalanguida, nel girone B di Prima Categoria, è riuscito a migliorarsi ancora chiudendo la lunga stagione regolare occupando la quarta piazza finale. Se però nel 2022/2023 si erano avvicendati tre allenatori, in quella da poco conclusa c’è stato un uomo solo a guidare i biancazzurri da luglio fino alla scorsa settimana.
Stiamo parlando di Mattia Mainella, implacabile bomber dall’Eccellenza in giù, con esperienze anche in C e D. Un passo alla volta, da allenatore capo nella passata stagione si è tolto lo sfizio di vincere il campionato provinciale con la juniores del San Vito ’83,
poi in estate è arrivata la chiamata del Casalanguida, accettata con grande entusiasmo tuffandosi nella prima avventura, da mister, con i “grandi”. Un cammino lungo nove mesi, condito da ben 26 turni arrivando a toccare quota 41 frutto di 11 vittorie, 8 pari e 7 sconfitte. Davanti le prime tre hanno spinto forte sull’acceleratore escludendo dai playoff quarta e quinta classificata ma per il Casalanguida resta una stagione comunque da applausi. Anche perché dopo un inizio a ritmo rallentato (6 punti nelle prime 6, frenando però il Real Casale) i casalanguidesi hanno iniziato a correre a un ritmo impressionante. Da metà novembre, fino a metà febbraio, tre mesi senza sconfitte firmando un filotto lungo 10 giornate condite da 2 pari e 8 vittorie, 6 di queste consecutive. Tra i numeri da incorniciare anche i 17 timbri firmati da Valerio Di Croce.
Mattia Mainella, agli archivi la stagione con il Casalanguida, quanto pesa il quarto posto finale? «Ci riempie di orgoglio. A inizio anno in pochi scommettevano su di noi, nessuno ci ha regalato nulla, i risultati sono arrivati grazie al grande lavoro quotidiano fatto da tutti, dentro e fuori dal campo. Le difficoltà, soprattutto iniziali, non sono mancate, soprattutto per me alla prima esperienza con i “grandi”. È stato un cammino entusiasmante e ricco di soddisfazioni, il quarto posto ci ripaga di tutti gli sforzi fatti».
Resta l’orgoglio per essere stati sempre in alto o c’è quel pizzico di amarezza per non aver completato l’impresa agguantando un posto nei playoff? «A inizio stagione si parlava solo di salvezza diretta, siamo partiti a rilento ma era qualcosa di prevedibile, come già detto, per tanti motivi. Siamo venuti fuori alla grande con due mesi consecutivi arricchiti da ben 6 vittorie in serie che ci hanno dato forza, e non dimentico il pari contro il Real Casale e la splendida vittoria in rimonta contro il Bucchianico. Quando si legge di un quarto posto c’è un pizzichino di rammarico per non essere nei playoff perchè è giusto non accontentarsi mai ma poi bisogna essere anche lucidi nell’analisi a tutto tondo. Con i ragazzi abbiamo fatto un grandissimo percorso, eravamo pochi numericamente, a dicembre siamo rimasti gli stessi perdendo alcuni pezzi ed è stato lì che ci siamo compattati ancor di più».
Come valuti il tuo primo anno da allenatore? «Lo scorso anno con la juniores del San Vito ’83 ho raccolto un grande traguardo, in estate è arrivata la grande possibilità datami dalla dirigenza del Casalanguida. Tra le due categorie c’è una differenza abissale, nei giorni che anticipano l’inizio della preparazione precampionato i pensieri sono tanti. Devi rapportarti con degli uomini come te, devi capire come allenare e un mondodove il risultato è il motore di tutto, il termometro degli umori di tutti durante le sedute di allenamento. Sono stato però fortunatissimo ad avere al mio fianco un gruppo dirigenziale granitico e serio senza dimenticare gli splendidi ragazzi che mi hanno sempre seguito, dal primo giorno di preparazione estiva. Si è remati sempre tutti dalla stessa parte, nei pochi momenti di difficoltà tutti sono sempre stati positivi reagendo alla grande quando qualcosa non andava. Dal punto di vista personale sono soddisfatto ampiamente, è stata una stagione di grandissima crescita, voglion continuare in panchina, l’allenatore è quello che voglio fare».
Ti abbiamo visto nella duplice veste di allenatore-giocatore firmando 6 reti, a 38 anni dove si trovano gli stimoli per dare il contributo non solo dalla panchina? «Nelle prime chiacchierate con la dirigenza biancazzurra avevo espresso la mia posizione contraria a ricoprire il doppio ruolo. Non è mai bello dover guidare un gruppo e poi scendere in campo in prima persona. Anche perché poi ti trovi costretto a dover fare scelte durissime lasciando magari in panchina ragazzi che in settimana hanno dato davvero tutto. In alcuni momenti la mia lunga esperienza da giocatore è servita ma in campo, soprattutto a partita in corso essere lucidissimo non è facile, anzi è molto complicato».
Che ambiente hai conosciuto a Casalanguida? «Un gruppo di amici che lavora costantemente per il bene della squadra. Per il primo anno la società ha dovuto fare a meno di un dirigente cardine come Stefano Tornese salito in Promozione con la Bacigalupo Vasto Marina. Come già detto, tutti insieme siamo stati splendidi nel superare brillantemente le difficoltà, logistiche e di squadra. Vedo una società con ampi margini di miglioramento, sempre presente, così come l’intera comunità casalanguidese, a loro mando un immenso grazie per esserci stati sempre vicini. Qui ho lavorato davvero bene, c’è stata la giusta tranquillità, quella che serve a chi, come me, era alla prima esperienza con i “grandi”».
Parole al miele ma, guardando alla prossima stagione sarai ancora l’allenatore del Casalanguida? «È stata un’annata intensa, finita da poco, al momento è davvero troppo prematuro per parlarne. Mi conoscono in tanti e tutti sanno chi sono, le ambizioni non mi mancano mai, sono un vero martello. In questa stagione abbiamo raggiunto in largo anticipo il traguardo della salvezza e poi tutti insieme siamo stati bravi a crearcelo uno ancor più stimolante. Sulla prossima stagione non mi sbilancio, vorrei partire già in estate con un obiettivo che guardi ai piani alti di classifica, qui o altrove. Qui ripeto c’è tutto per ragionare in grande, dopo un 5° e 4° posto si potrebbe provare ad alzare ulteriormente l’asticella ma servono certezze».
Se il rapporto non proseguirà, cosa ti lascerà questa esperienza a Casalanguida? «Porterò sempre nei miei ricordi tutti i ragazzi che ho allenato, i primi nel mio percorso da allenatore con i “grandi”. A loro, ai dirigenti e tutta la comunità di Casalanguida sperò di aver lasciato qualcosa come uomo e allenatore. Un grande grazie a tutti».