Non sarà un’autostrada. Più verosimilmente sarà un sentiero disseminato di botole. Uno slalom tra malumori sopiti per tre anni, mutati equilibri politici, ambizioni personali e di partito. Non è prevedibile quanto accidentato possa essere il percorso verso il Menna quater. Ma è altamente probabile che non si tratti di un tragitto rettilineo e in discesa.
Il sindaco di Vasto mercoledì ha azzerato la giunta comunale aprendo una crisi politica di cui non si erano avute avvisaglie se non nei giorni immediatamente precedenti. Ora il rimescolamento di carte può rimettere tutto in gioco, a partire dai delicati equilibri acquisiti dopo le elezioni dell’ottobre 2021. Perché se è vero che la nuova giunta fu pronta nel giro di una settimana, è altrettanto chiaro che gli accordi si raggiunsero chiedendo rinunce a più di qualcuno: tanto per fare due esempi, l’ala sinistra della coalizione perse la tanto cara delega all’ambiente e la lista Futuro e sviluppo per Vasto, con tre consiglieri seconda forza politica della coalizione, ottenne un solo assessorato, sia pur rinforzato dalla qualifica di vicesindaco e da deleghe di peso, turismo e lavori pubblici.
Da quattro giorni tutto è in discussione. E lo sarà concretamente la prossima settimana, quando Menna incontrerà i segretari dei partiti e i coordinatori delle liste civiche, poi i gruppi consiliari. Se si troverà l’accordo, l’ultimo incontro sarà con tutta la coalizione. Quanti giorni possano servire nessuno sa prevederlo. Pochi, se prevarrà la paura di tornare tutti a casa. Molti, se emergeranno dissapori. Qualche malumore era già venuto a galla dopo le elezioni regionali, quando Sinistra per Vasto aveva lanciato la sfida in vista delle comunali del 2026 non lesinando critiche ai dirigenti del centrosinistra: «Ora è il momento di ragionare su quanto manca alla realizzazione del nostro programma». [LEGGI]
All’eloquente silenzio seguito ai decreti di revoca, fanno seguito le prime dichiarazioni accomodanti. Nel giorno stesso della revoca degli assessori i socialisti di Avanti Vasto avevano gettato acqua sul fuoco: «Per noi non ci sono particolari problemi», aveva detto Luigi Rampa, segretario del Psi e della lista civica [LEGGI]. Futuro e sviluppo per Vasto prende atto della volontà del sindaco di ripartire con un nuovo programma per il biennio di fine mandato, ma nega di essere stata la causa della crisi per aver stoppato la delibera sul piano asfalti e chiesto un approfondimento [LEGGI]. Simone Lembo, segretario del Pd, ha riunito due sere fa il direttivo. Il sindaco e i due assessori dem, Anna Bosco e Nicola Della Gatta, non hanno partecipato per far sì che il dibattito sulle scelte del primo cittadino e sull’operato di tutti e tre fosse il più schietto possibile: «Non ci sono problemi, i nostri assessori sono confermati a pieni voti e all’unanimità», riferisce Lembo. «Hanno ottenuto risultati importanti con le deleghe che hanno gestito fino ad oggi. Per il futuro non ci tiriamo indietro davanti alle nuove sfide. Siamo a disposizione per ragionare col sindaco sulle deleghe e sul programma di fine mandato».
E proprio l’annunciata rotazione delle materie di competenza dei singoli assessori rischia di innescare una reazione a catena. Ogni cambio di delega può essere un’implicita promozione o bocciatura che pesa sui rapporti interni alla coalizione e può causare strappi difficili da ricucire. In Consiglio comunale i rapporti di forza sono 16-9. Rassicuranti fino a un certo punto per Menna, che non può permettersi di perdere il sostegno di gruppi strutturati, come ad esempio Futuro e sviluppo per Vasto, che di consiglieri ne ha tre, ma nemmeno di piccoli gruppi o singoli consiglieri scontenti. Basta poco per trovarsi a dover proseguire con una maggioranza risicata. E due anni in politica sono un’eternità.