L’Aquila quindici anni dopo il terremoto, «La memoria avvolge il nostro presente»

Fare memoria anche per chi in quella notte non c’era ancora ma che vive una quotidianità condizionata da ciò che è stato. Ieri notte il corteo silenzioso ha attraversato L’Aquila per ricordare a 15 anni dai quei drammatici fatti le 309 vittime del terremoto del 6 aprile del 2009.

La notte del ricordo è iniziata con l’accensione del faro blu nel cortile di Palazzo Margherita che, stagliandosi nel cielo aquilano, è diventato negli ultimi anni uno dei simboli legati a questa data. La fiaccolata ha attraversato così via XX settembre, una delle zone della città più colpite e dove sorgeva la casa dello studente nel cui crollo hanno perso la vita 8 giovani, tra i quali il vastese Davide Centofanti.

Il corteo silenzioso composto da famigliari delle vittime, istituzioni, rappresentanti delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco e cittadini ha attraversato la città arrivando al Parco della Memoria. Qui l’accensione del braciere è stata affidata a due giovani studenti del conservatorio aquilano “A. Casella” – Elisa Sponta e Tommaso Nardi – che non hanno vissuto quelle drammatiche ore, essendo nati nello stesso anno, ma dopo il sisma.

«Ero appena nata quando c’ è stato il terremoto e ho vissuto questa tremenda esperienza attraverso il racconto dei miei genitori. Sono orgogliosa di poter partecipare a questa celebrazione e di ricordare con tutti voi le vittime di questo tremendo terremoto» ha detto Elisa Nardi.
«Mi sento privilegiato a poter essere presente qui questa sera, in rappresentanza dei ragazzi della mia età. Anche se non posso avere ricordi di quella notte, i racconti dei miei familiari mi hanno permesso di immaginare la paura e il dolore di quegli istanti.  Durante questi anni ho ascoltato anche le storie di amici e ragazzi più grandi. Dalle loro parole ho percepito la fatica e la determinazione che hanno avuto nel voler tornare e rimanere a L’Aquila. Questo desiderio di rinascita ha permesso alla città dell’Aquila di riacquistare la sua bellezza. Penso, inoltre, che, nonostante il terremoto abbia lasciato segni indelebili nella nostra città, questo evento ha in qualche modo contribuito a rafforzare i legami nella nostra comunità», la riflessione di Tommaso Sponta.

Poi, la santa messa e, alle 3.32, i 309 rintocchi e la lettura dei nomi delle vittime introdotti da «E loro non ci sono più». Oltre a quello di Centofanti, nella notte aquilana è riecheggiato il nome di Maurizio Natale, il mai dimenticato studente fuori sede di Monteodorisio che ha perso la vita nel crollo della palazzina in cui viveva in via Luigi Sturzo.

«Questa notte – le parole del sindaco Pierluigi Biondi – abbiamo attraversato, silenziosi, i nostri luoghi della memoria e abbiamo affidato a due giovani studenti aquilani del Conservatorio “A. Casella”, Elisa e Tommaso, nati nel 2009, dolore e speranza, lutto e vita. Chi è libero da quel passato sono i nati dopo il tragico evento e noi abbiamo il dovere morale di pensare a loro, aiutandoli a fare della memoria la sostanza della propria identità, ponendo in essere l’attività pura del rammemorare. La memoria è un altrove che avvolge il nostro presente e noi aquilani siamo la nostra memoria».

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