Monitoraggio continuo e sgomberi. Li prevede il nuovo accordo istituzionale contro l’occupazione abusiva delle case popolari. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, i prefetti, il presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, e i presidenti delle cinque Ater regionali hanno firmato il Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto alle occupazioni abusive di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
In Abruzzo sono più di 11mila gli appartamenti di edilizia popolare: 4460 in provincia dell’Aquila, 2880 in quella di Teramo, 4650 nel Pescarese e 4300 in provincia di Chieti.
L’accordo istituisce il Tavolo tecnico interistituzionale provinciale «quale strumento per la prevenzione ed il contrasto alle occupazioni abusive negli insediamenti di edilizia residenziale pubblica» col compito di predisporre «azioni dirette al monitoraffio delle occupazioni abusive, allo scopo di sollecitare gli Enti proprietari e/o gestori ad intraprendere idonee misure dirette a ridurre il numero degli alloggi vuoti, al fine di evitarne l’occupazione abusiva». Il tavolo sarà composto da rappresentanti di Regione Abruzzo, forze di polizia (polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale), Ater competente per territrio, Servizi sociali, Anci Abruzzo.
Quando l’Ater riceverà segnalazioni su un’occupazione abusiva, la comunicherà alla polizia locale, che interverrà per accertare il fatto. In caso di appartamento occupato, «la polizia municipale inoltrerà la notizia di reato alla competente Procura della Repubblica e si procederà allo sgombero», anche con il supporto, se necessario per motivi di ordine pubblico, delle altre forze di polizia, «salvo che si verifichi la presenza di persone in condizioni di fragilità economico-sociale». In quest’ultimo caso, «si rinvierà lo sgombero a data successiva, informando contestualmente gli Enti preposti per valutare la possibilità di reperire una sistemazione abitativa alternativa e temporanea». Dal canto suo, dopo lo sgombero, l’Ater dovrà installare una porta blindata o murare l’ingresso per evitare nuove occupazioni abusive. La competenza alla riassegnazione delle case sgomberate è del Comune, che dovrà procedere «con la massima urgenza e tempestività». Intanto «l’Ater, per gli alloggi che richiedono lavori minimi di ristrutturazione, si impegna a concludere gli interventi di manutenzione e/o adeguamento a norme di sicurezza entro 30 giorni».