«Era unico. Di persone così ne nascono pochissime». Non riesce a trattenere la commozione Cesare Giuliani, quando parla di Tito Spinelli. Lo scrittore, poeta, commediografo e critico d’arte vastese si è spento oggi, a 92 anni.
«Per me, era come un fratello maggiore», racconta il pittore. «A Vasto, in tempi recenti, un uomo di questo livello non c’era mai stato. Aveva una preparazione immensa: parlava benissimo il francese e lo spagnolo e conosceva a memoria la storia della Francia e della Spagna. Ha scritto una ventina di libri, uno più bello dell’altro. Era un grande appassionato di Gabriele D’Annunzio. L’ultima volta che ho parlato con lui mi ha detto scherzando: “Devo fare almeno un libro più di lui: D’Annunzio ne ha scritti 19, io ne devo fare almeno 20”. Anni fa ho dipinto un suo ritratto, gliel’ho regalato perché era generoso, aveva un animo nobile. Lo custodiva gelosamente, perché era una sorpresa. Aveva una biblioteca con volumi di valore culturale inestimabile, aveva passato tutta la vita a comprarli e a leggerli. Non c’era manifestazione a cui non fosse presente. Negli ultimi anni era impegnato anche nell’Associazione di competenze multidisciplinari, di cui è presidente Carlo Viggiano. Era di una cultura spaventosa, ma la sua modestia era altrettanto grande: non gli piaceva mettersi in mostra. Di persone così ne nascono pochissime. Vasto – conclude Giuliani – ha perso un grand’uomo, uno dei più grandi di questa città».