Due appuntamenti d’eccezione al teatro “Rossetti”. Si inizia domenica 17 marzo con il grande jazz dell’Aaron Goldberg Trio. Il 49enne pianista nativo di Boston ha assunto anche in Europa una notevole popolarità. Fortemente ispirato dai classici e in particolare dal pianista giamaicano Monty Alexander, Aaron è dotato di grande senso dello swing , ma la sua curiosità lo ha portato ad appassionarsi sia alla musica brasiliana, in particolare alle composizioni di Antonio Carlos Jobim che propone in ogni suo show.
In questo progetto al suo fianco, oltre al contrabbassista neozelandese Matt Penman che, trasferitosi già più di 30 anni fa a New York si è imposto subito all’attenzione dei migliori circoli artistici newyorkesi, ci sarà anche il giovane ma talentuoso batterista di Trapani, Joe Santoro, dotato di ottima tecnica strumentale, sensibilità e gusto.
Il 18 marzo sarà la volta dell’apprezzato giornalista Domenico Iannacone che porterà sul palco la sua striscia televisiva dedicata alle periferie e agli “ultimi”, Che ci faccio qui.
«Le storie più straordinarie sono quelle che ci passano a fianco senza che ne accorgiamo. Spesso sono così piccole che bisogna andare a cercarle tra le tante cose che non valgono nulla – spiega il direttore artistico del teatro Raffaele Bellafronte – Il racconto televisivo neorealistico di Iannacone si cala nel teatro di narrazione e trasforma le sue inchieste giornalistiche in uno spazio intimo di riflessione e denuncia. Il palcoscenico diventa luogo fisico ideale per portare alla luce quello che la televisione non può comunicare. Le storie così riprendono forma, si animano di presenza viva e voce e tornano a rivendicare il diritto di essere narrate. Iannacone rompe le distanze, prende per mano lo spettatore e lo accompagna nei luoghi che ha attraversato, lo spinge a con-dividere le emozioni, i ricordi, la bellezza degli incontri e la rabbia per quello che viene negato. Il teatro di narrazione diventa in questo modo anche teatro civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste. Mentre le immagini aprono squarci visivi, facendoci scorgere volti, case, periferie urbane ed esistenziali, le parole dilatano la nostra percezione emotiva e ci permettono di entrare, come una voce sotterranea, nelle viscere del Paese».
Info e prenotazioni
www.diyticket.it
www.teatrorossetti.it
Tel: 060406