Può tornare a Vasto e riprendere a esercitare la sua professione C.F., l’avvocato di 56 anni indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del senatore Etelwardo Sigismondi e dei suoi due avvocati. Il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha revocato la misura cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari.
Nell’inchiesta sono coinvolte quattro persone, accusate di estorsione. Per tutte e quattro il gip ha disposto il divieto di dimora in Abruzzo e Molise, che rimane per gli altri tre indagati. La vicenda risale al 2017, quando Sigismondi non era ancora senatore (è stato eletto nel 2022) e, in qualità di consulente del Tribunale di Vasto, aveva svolto una perizia riguardante un immobile. Gli indagati gli avevano dapprima inviato, tramite l’avvocato, una richiesta di risarcimento danni e poi hanno intentato cause civili chiedendo risarcimenti per complessivi 8,1 milioni di euro a Sigismondi e ai suoi legali.
«Siamo soddisfatti dell’accoglimento del ricorso, basato su una sentenza della Cassazione, da cui è stato sancito che, quando esiste già un processo in corso, non può esserci interferenza di un altro giudice nella stessa vicenda», dichiara l’avvocato Antonino Cerella che, insieme al suo collega Leopoldo Zanni di Santa Maria Capua Vetere, difende C.F. «In questo caso, esiste già un giudizio in corso in cui il giudice civile dovrà decidere se le richieste risarcitorie sono giuste o pretestuose. In base a quanto sentenziato dalla Suprema Corte, non può esserci quindi la sovrapposizione del giudice penale. Dopo la revoca della misura cautelare, il nostro assistito può così tornare in Abruzzo e può riprendere a esercitare la professione forense».