«Educare giovani e adulti alle relazioni sane e non aver paura di chiedere aiuto»

«Ai ragazzi e alle ragazze voglio dire che instaurare relazioni sane non solo fa bene a noi, ma ci fa crescere in un clima positivo e ci può solo migliorare», dice Teresa Di Santo, insegnante e presidente dell’associazione Emily Abruzzo.

Teresa Di Santo (Emily Abruzzo)

Educare alle relazioni

«Abbiamo attivato sportelli di ascolto a Cupello, dove siamo presenti dal 2017, Palmoli e Fossacesia, in accordo con le amministrazioni comunali, che hanno riscontrato le necessità dell’utenza. Si tratta fi un servizio che offriamo all’utente, ma quello che più ci sta a cuore e che rappresenta la nostra mission, è la prevenzione unita all’informazione. In qualità di docente, mi rendo conto quanto sia importante educare i ragazzi alle relazioni. Il ministro Valditara vuole inserire l’educazione alle relazioni nelle materie scolastiche, attivitò che noi all’istituto Palizzi facciamo da anni e vorremmo allargare ad altre scuole del territorio. Il bando del Miur (ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, n.d.r.) ci vede tra le prime cinque scuole abruzzesi ad attuare una strategia di intervento, di cui siamo scuola referente».

Educare giovani e adulti

«Alla violenza possiamo dare diversi nomi ma, in realtà, la violenza è sempre prevaricazione di uno sull’altro. Noii dell’Unione nazionale vittime di violenza, di cui sono coordinatrice regionale, abbiamo firmato un protocollo d’intesa con le scuole Palizzi, Rossetti, Paolucci, gli Istituti scolastici di Monteodorisio e Ridolfi-Zimarino di Scerni, gli Ordini professionali di giornalisti, avvocati, psicologi, l’Università d’Annunzio di Chieti e i Comuni. Un accordo necessario, perché solo facendo rete possiamo fare educazione e contrastare il fenomeno della violenza dilagante non solo tra i giovani. Dobbiamo educare i ragazzi, ma anche noi adulti dobbiamo imparare a comunicare in modo diverso».

Chiedere aiuto

«I casi peggiori di cui ci siamo occupati sono finiti anche sulle cronache, ma va precisato che non ce ne sono solo tra gli adulti, ma anche tra i minori. Troppo spesso – afferma Di Santo – responsabilizziamo la cultura patriarcale come causa unica delle violenze. Intanto dobbiamo partire da noi stessi: le ragazze devono conoscere il loro valore e noi adulti siamo chiamati a diffondere la cultura della non violenza e della famiglia fatta di relazioni sane. Alle donne voglio lanciare un messaggio di non aver mai paura di chiedere aiuto, invece ai ragazzi e alle ragazze divo che instaurare relazioni sane non solo fa bene a noi, ma ci fa crescere in un clima positivo e ci può solo migliorare».

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