«Rimarrai sempre nella mia tasca destra in alto». Gli amici di Martina hanno fatto stampare questa frase sulle t-shirt che ritraggono il sorriso dolce della loro amica scomparsa due giorni fa insieme allo zio nell’incidente stradale di Casarza, sulla costa vastese. Lo scontro sulla statale 16 ha spezzato le vite di Martina Mancini, 15 anni, dello zio Paolo Marchesani, 50 anni, e del ristoratore 57enne Dante Carpi. «Sempre sarai nella tasca destra in alto» è un verso di A parte te, la canzone di Ermal Meta che accompagna i palloncini bianchi salire al cielo al momento dell’ultimo saluto.
Centinaia di persone nella chiesa di San Paolo Apostolo. Tanti ragazzi, compagni di scuola e amici di Martina, che studiava all’Istituto d’istruzione superiore Mattei di Vasto. Tanti amici e conoscenti di Paolo, i volontari della Protezione civile di Vasto, Casalbordino, Scerni, Monteodorisio e Torino di Sangro. I compagni di squadra della Vastese inn bike, accomunati dalla passione per la bici.
«Io associo la luce alla speranza. In questo momento abbiamo tutti un po’ il buio dentro», riflette il parroco, don Gianni Sciorra. «Martina e Paolo hanno bisogno di questa luce, della luce della nostra fede, della luce della nostra preghiera». «Cari Martina e Paolo, siete usciti dal Padre e siete venuti al mondo. Noi che vi abbiamo conosciuto e amato, ognuno per come le circostanze hanno reso possibile questo legame, possiamo testimoniare di come avete lasciato qualcosa di bello nel nostro cuore. Ora tornate al Padre, che vi sta aspettando a braccia aperte per darvi la luce e la pace che non potrete tenere solo per voi, ma che, attraverso di voi, arriverà ogni giorno anche a noi. Di voi, cara Martina e caro Paolo, non si perde nulla, perché è tutto custodito da noi, è tutto custodito dalla memoria di Dio. L’amore non perde la memoria, mai, perché è sempre presente, sempre vivo. Cara Martina, a te dedico un piccolo, piccolissimo ricordo, perché hai ricevuto la cresima il 5 giugno 2022 e, tra i tanti incontri di quel giorno, in una cena in parrocchia ho scherzato con te tutta la sera. La tua simpatia traspariva dagli occhi, dal volto e avevo capito che dietro quegli occhi e quel volto custodivi la tua segreta sensibilità». «Ognuno di noi non se ne va senza lasciare il seme, ma questo seme ha bisogno del sole, ma ha bisogno anche del dolore di neve, perché spesso il seme sta nella terra nei mesi più freddi e magari ha la neve sopra, ma poi viene il sole. Quindi dobbiamo pensare che questo seme viene fuori sotto un dolore di neve, ma anche al sole. Ho imparato che non muore chi lascia dietro di sé un seme, se c’è qualcuno a custodire quel piccolo seme e a lasciarlo crescere sotto un dolore di neve e a lasciarlo crescere ancora nel sole senza tramonto dell’amore, finché diventa un albero grande, che dà ombra, frutti e altri semi».
Andrea, la cugina, ricorda «amorevole, solare» Martina, «per me sarai sempre non solo una cugina, ma anche una sorella». Su un lenzuolo appeso vicino all’entrata della chiesa è scritto: «La tua risata sarà sempre nei nostri cuori». Quello stesso pensiero vergato col pennarello su uno dei palloncini lanciati in cielo per salutare Martina e Paolo.