Strade da incubo, la fondovalle Cena senza manutenzione rischia di tornare indietro di otto anni

Buche, crolli, avvallamenti e deformazioni delle carreggiate che mettono a rischio auto e mezzi pesanti che la percorrono quotidianamente. È la fondovalle Cena, strada da sempre terra di nessuno per via dei diversi enti che ne hanno la competenza (Comuni e Consorzio di bonifica).

Il fondo stradale presente oggi è ancora quello originario, cioè risalente alla prima e unica asfaltatura eseguita. Bisogna tornare indietro fino al 2016, quando, prima dell’inaugurazione della terza vasca del Civeta, tale strada fu sistemata dalla Cupello Ambiente, concessionaria dell’invaso. In quell’occasione (19 settembre 2016) anche la fondovalle fu inserita nel taglio di nastro e i motivi c’erano tutti: prima di allora era una strada bianca, non asfaltata, fortemente dissestata tanto da provocare periodicamente danni ai mezzi che conferivano i rifiuti nell’ex consorzio.

Durante la stessa inaugurazione – oltre ad annunciare l’apertura a tutto il traffico perché ancora oggi un segnale stradale consentirebbe l’accesso solo ai proprietari dei fondi agricoli – fu citato un «patto per la manutenzione» tra enti, ma oggi questo sembra disatteso. I problemi riguardano soprattutto il tratto in prossimità della strada di collegamento con la fondovalle Treste: qui c’è un importante smottamento che ha deformato decine di metri tanto da far inclinare auto e camion al loro passaggio. Proseguendo, invece, si incontrano buche profonde in grado di danneggiare i mezzi. Infine, c’è una voragine apertasi lateralmente, delimitata alla meno peggio e nella quale ignoti hanno scaricato paletti di cemento.

Tornare indietro di otto anni sarebbe un peccato, soprattutto per la comodità che oggi tale strada rappresenta per i tanti lavoratori della Val Sinello che la usano dopo aver percorso la fondovalle Treste e che già hanno protestato per la situazione della zona industriale [GUARDA]. Non a caso, tale strada è inserita nel progetto di collegamento tra i caselli di Vasto Nord e Vasto Sud (anch’esso citato già nell’inaugurazione del 2016) della Provincia di Chieti [LEGGI]: alla luce della situazione attuale sarebbe anche una soluzione per adeguarla, manutenerla e assegnargli un proprietario certo.

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