Il completamento della Via Verde fuori dal Programma triennale delle opere pubbliche della Provincia di Chieti. Certo, non è una sorpresa, nell’elenco figurano gli interventi che hanno copertura finanziaria, ma è un ulteriore indizio sull’indeterminatezza del tempo restante affinché questa infrastruttura turistica veda completamente la luce.
Il documento è stato approvato insieme al bilancio due giorni fa e al suo interno, riguardo la Via Verde, si trovano la Rigenerazione delle ex stazioni ferroviarie di San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto (12.216.000 euro) e l’intervento di messa in sicurezza dei ponti per un importo di 659.366 euro.
All’appello manca la variante di Vasto che deve aggirare la zona industriale di Punta Penna. A questo intervento, compreso nella Ciclovia adriatica, erano stati inizialmente destinati poco meno di quattro milioni di euro (3.957.404 euro) dal Pnrr, poi oggetto della nota rimodulazione che ha cancellato con un colpo di spugna i fondi per numerosi Comuni. Tra i progetti salvati è rimasto il ponte sul fiume Tronto che unirà Abruzzo e Marche [LEGGI].
Ci sono, poi, da terminare i tratti di cui si occuperanno i rispettivi Comuni: Torino di Sangro (servono 4 milioni di euro circa per il ponte sulla frana di Lago Dragoni) e Casalbordino (853mila euro per il tratto oggi inesistente sul lungomare Nord). I sindaci di queste due località – Filippo Marinucci e Nino Di Fonso – non hanno esitato a far sentire la propria indignazione dopo la comunicazione da parte della Regione [MARINUCCI, DI FONSO]. Il primo cittadino torinese si è trovato costretto addirittura a ritirare la gara d’appalto per il progetto realizzato in tempi-record per rientrare nelle strette scadenze Pnrr.
Le risorse citate non sono state inserite neanche nella recente programmazione Fsc frutto dell’accordo con Giorgia Meloni firmato all’Aquila. Il dato peggiore per lo sviluppo che ci si attende dalla Via Verde e – con il più ampio progetto della Ciclovia adriatica – è proprio l’assenza di un’idea di massima del tempo necessario: non ci sono i soldi e non si sa quando ci saranno.
«Siamo in attesa della riconvocazione da parte della Regione – dice Francesco Menna, presidente della Provincia, ente che dovrà occuparsi della variante di Vasto – Ci hanno detto a giugno, i progetti sono pronti». Ma presunta riconvocazione a parte, a preoccupare sono le fonti di finanziamento: «Se gli interventi saranno inseriti nell’Fsc, significa che se ne riparlerà tra 3-4 anni. Per questo chiediamo di reinserirli nel Pnrr, cioè da dove li hanno tolti, perché così è possibile appaltarli in tempi brevi. La Regione ci ha completamente lasciati scoperti su questa vicenda».