Le parole più forti, quelle che tolgono ogni dubbio sull’obiettivo di Tiziana Magnacca, arrivano nel saluto a Marco Marsilio che, dopo aver ricevuto la torta di compleanno a sorpresa, deve andare via: «Presidente, ci rivediamo in giunta!». Saluto altrettanto con sorpresa tra il serio e il faceto. Ambizioni completamente allo scoperto quelle dell’ex sindaco di San Salvo: entrare nella prossima giunta regionale, «per fare la storia, per il bene comune della nostra comunità, del nostro territorio del nostro Abruzzo».
L’evento al Palazzetto dello Sport è costruito su misura, con tutte le vette al momento giusto, come da tradizione: il classico inizio con l’inno d’Italia, un filmato a sorpresa che ripercorre i 10 anni di sindacatura che Magnacca guarda abbracciata a Emanuela De Nicolis, la torta (e un pacco contenente prodotti tipici) per il compleanno di Marsilio, il pensiero e l’applauso per i caduti della strage sul lavoro di Firenze, i cittadini dei Comuni dell’Alto Vastese chiamati con la corretta inflessione dialettale locale a maggior testimonianza di vicinanza, l’appello al voto rivolto alle donne.
Dopo il filmato iniziale – durante il quale scorrono le immagini di Giorgia Meloni arrivata a San Salvo per sostenerla alle Amministrative del 2012 – è il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Etel Sigismondi, a prendere la parola (per poi andare via per altri impegni): «Non è vero che tutti i politici sono uguali, basta vedere cosa ha fatto lei a San Salvo. Come coordinatore regionale sono orgoglioso di avere una donna come Tiziana in squadra. Perché rivotare Marsilio? Basta citare tre provvedimenti: l’edilizia sanitaria, il potenziamento del porto di Vasto, Amazon a San Salvo. Sono sicuro che nella prossima squadra ci sarà Tiziana».
Poi tocca a Marsilio nel giorno del proprio compleanno (ripartirà anche lui dopo l’intervento fermandosi qualche minuto con gli agricoltori in attesa all’esterno) che sale e l’abbraccia: «Quando sono arrivato cinque anni fa, Tiziana è stata schietta: “Non ti volevo, ma ti sosterrò”, guardateci oggi…», alludendo al superamento del test.
«Qui c’era una grande incompiuta – continua riferendosi all’autoporto oggi sostituito dal polo logistico di Amazon – Quando c’è stata l’opportunità di vendere quel sito diventato bivacco grazie al filo diretto tra me e il sindaco Magnacca, in 15 giorni si è concretizzato il passaggio ripristinando la vocazione del territorio allo sviluppo». Poi, il caso-Pilkington: «Durante il lockdown il Governo dimenticò il sostegno per la Pilkington costretta a tenere acceso l’altoforno producendo a vuoto e non c’è stato verso di fargli cambiare idea. Siamo stati noi a scongiurare la chiusura con 4 milioni e mezzo di contributi». Poi la stoccata a Gianluca Castaldi: «C’era all’epoca anche un noto senatore M5S della zona, cosa faceva a Roma? Stava in vacanza? Non è riuscito a far capire la situazione al capo del governo e del proprio partito».
«Oggi – ha continuato – stiamo affrontando il caso della Denso per il quale Giorgia ha raggiunto il Giappone per parlare con i vertici mondiali. Giorgia veniva a sostenere Tiziana anche quando non era del suo partito – il riferimento al filmato iniziale – perché sa fare squadra».
Segue la chiusura della padrona di casa, in platea anche diversi amministratori del territorio (tra questi i sindaci di Roccaspinalveti, Carunchio, Villalfonsina, Fresagrandinaria, il presidente del consiglio comunale di Cupello), accanto al palco sindaca, giunta e consiglieri. «Siamo qui perché ci sentiamo eredi di chi immaginava di non dover più emigrare da questa terra. Scegliamo Marsilio, non torniamo indietro da chi sa solo screditare e denigrare. Scegliete il merito. Saremo radici e ali, radici ben piantate a terra, ali che ci faranno volare. Una preghiera per tutte le donne in sala, ora è il nostro tempo, dobbiamo lottare per i nostri sogni. Io da famiglia umilissima sono diventata sindaca grazie alla lungimiranza della nostra comunità, dimostriamo che è possibile anche in Abruzzo, io sarò qui per tutte voi».
Infine, un’ultima stoccata che tutti gli indizi portano a pensare rivolta a Nicola Argirò (e agli altri ex): «Non fidatevi di chi da destra si è candidato a sinistra e poi di nuovo a destra con la speranza di togliere voti alla sottoscritta. Alla loro rabbia risponderemo con il silenzio dei fatti».