La ricercatrice e attivista ambientale Maria Rita D’Orsogna – protagonista negli anni scorsi di decine di battaglie contro le estrazioni al largo della costa abruzzese – torna con un appello al presidente della Regione Marco Marsilio, oggi candidato alla ricerca del secondo mandato.
L’oggetto della lettera aperta è il progetto di estrazione gas a Bomba a ridosso del lago, riguardo al quale già da qualche tempo è partita la mobilitazione di cittadini e comitati. Altri due progetti simili sono stati bocciati da Regione e commissione Via nazionale. Le preoccupazioni riguardano soprattutto la fragilità del territorio che potrebbe dare vita a importanti rischi per la sicurezza.
La lettera di Maria Rita D’Orsogna
Gentile Governatore Marco Marsilio,
sono quasi 18 anni che lottiamo per salvare l’Abruzzo dai petrolieri e dagli sfruttatori stranieri. Sono stati anni durissimi, pieni di amore per la nostra terra da parte di persone accomunate dal desiderio di conservare l’Abruzzo bello, verde, sano, libero dalle trivelle. Se oggi esiste la Costa dei Trabocchi come la vede il resto d’Italia e d’Europa, è stato anche grazie a tutti noi attivisti che abbiamo evitato i petrolscempi che sarebbero stati il Centro Oli, la raffineria di Bomba, le piattaforme Ombrina Mare ed Elsa.
Anche se all’epoca non era governatore d’Abruzzo, ora sono cinque anni che Lei guida questa regione. Ci aspettiamo non solo che sappia quello che è successo, ma anche che faccia sue le battaglie per il bene comune, facendosi portavoce, presso le sedi decisionali a Roma, delle nostre aspirazioni di rimanere una regione verde, nota per la sua bellezza e i suoi prodotti e non per lo sfruttamento di energia fossile.
Mark Frascogna, uomo nel Mississippi e Ceo della LNEnergy è l’ultimo arrivato con l’intento di estrarre gas da Bomba, cercando di spacciare quel gas come “verde”.
Bomba, sorge in zona fragilissima, tanto che a suo tempo non sono riusciti nemmeno a costruire una diga di cemento per il timore che crollasse tutto come era accaduto nel Vajont. Di rischio Vajont parlava già a suo tempo l’Eni e, più recentemente, la Forest Oil. Le due, negli anni sessanta e duemila rispettivamente, concludevano che a Bomba, a causa del terreno instabile, le trivelle avrebbero potuto innescare eventi catastrofici, simili a quelli del Vajont.
Lo ripetiamo da 18 anni: il gas e il petrolio d’Abruzzo sono scadenti e di bassa qualità, i volumi sono quantitativamente limitati e non cambieranno lo scenario energetico italiano, la zona di Bomba è soggetta a terremoti, l’idrogeno solforato puzza. Il “gas compresso verde” di Mark Frascogna necessita di infrastruttura specializzata e pericolosa per essere raffinato e compresso e la viabilità esistente, fatta di strade strette e tortuose, non è assolutamente idonea per servire l’industria estrattiva. Nonostante le rassicurazioni di Mark Frascogna e dei suoi collaboratori, lo sappiamo tutti che pozzi, gasdotti, impianti di compressione e di raffinazione, trasformeranno Bomba in una vera propria bomba ambientale.
Governatore Marsilio, candidandosi a guidare nuovamente la Regione, Lei si assume l’impegno di garantire la sicurezza, la salute e il benessere degli abruzzesi. Il potere di interloquire con i Ministeri e di sensibilizzare il governo nazionale sulla pericolosità dei progetti di Mark Frascogna è nelle sue mani. Prenda l’impegno con gli abruzzesi che farà tutto quello che è in suo potere per allontanare lo spettro delle trivelle da Bomba e dall’Abruzzo intero.
Ovviamente pretendiamo lo stesso impegno dalla sua controparte politica, Luciano D’Amico, dal quale ci aspettiamo ugualmente un no convinto alle trivelle in Abruzzo.