Dopo decine di pagine durante e immediatamente dopo il Giro d’Italia per lodare le potenzialità della Via Verde, dopo le dichiarazioni entusiaste dai massimi rappresentati istituzionali regionali a quelli dei comuni più piccoli, tutto è fermo da quasi un anno: i tratti incompleti lo sono ancora e lo saranno ancora a lungo. Del rischio di vedere la pista ciclabile della Costa dei Trabocchi trasformarsi definitivamente in una nuova, eccellente, incompiuta avevamo già parlato in precedenza (articolo in basso), ora un altro tassello si aggiunge ai sospetti sollevati da più parti.
La novità – o sarebbe meglio dire la “non-novità” – emerge dall’elenco delle opere finanziate dai Fondi di Sviluppo e Coesione [LEGGI] annunciato nella visita della premier Giorgia Meloni della settimana scorsa all’Aquila. La soluzione delle risorse Fsc era stata ventilata nella riunione del 2 dicembre in Regione, quando i Comuni rientranti nel maxi-progetto della ciclovia adriatica hanno ricevuto la doccia fredda della rimodulazione del Pnrr.
Tra questi, come ormai noto, c’era il Comune di Torino di Sangro che aveva addirittura già bandito la gara d’appalto per la costruzione del ponte per bypassare la frana di Lago Dragoni, un intervento da 3,9 milioni di euro. D’altronde, a ottobre, era stata la stessa Regione, con un’apposita lettera, a raccomandare ai Comuni di fare presto e appaltare le opere entro il 31 dicembre 2023.
Svaniti i soldi del Pnrr, ora non ci sono neanche quelli Fsc. A Torino di Sangro, infatti, si legge che sono destinati 1,7 milioni di euro per «Lavori di sistemazione e/o adeguamento opere di protezione della ciclovia Via Verde della Costa dei trabocchi». Una somma lontana da quella necessaria per il ponte.
Nello stesso elenco frutto dell’accordo Governo-Regione mancano all’appello gli 800mila euro per realizzare il tratto mancante di Casalbordino. A questo Comune sono destinati ben 6 milioni di euro per la «Realizzazione interventi di riposizionamento e/o riqualificazione scogliere nord».
E Vasto? Al Comune che ha nel proprio territorio il tratto iniziale della Via Verde sono destinati 1,5 milioni di euro di cui 500mila euro solo per il tratto di Punta Aderci. Una cifra assolutamente insufficiente per la variante per aggirare la zona industriale per la quale erano previsti 3,9 milioni di euro dal Pnrr.
Sempre alla Via Verde sono destinati fondi anche per i tratti già esistenti di San Vito Chietino (3 milioni di euro), Fossacesia (1 milione di euro), Ortona (570mila euro) e Rocca San Giovanni (935mila euro). In tutti i casi citati l’ente attuatore degli interventi è la Provincia di Chieti.
La circostanza non sembra aver destato particolari rimostranze negli amministratori interessati (probabilmente anche per questioni di tregua bipartisan in vista delle elezioni regionali), a eccezione del primo cittadino di Torino di Sangro, Nino Di Fonso, che da mesi non nasconde la rabbia per un’opera non finita (indignazione rilanciata anche dalla consigliera regionale di maggioranza Sabrina Bocchino, LEGGI).
L’elemento in più che si può leggere nell’elenco è la tempistica per i tratti finanziati che in qualche modo rende ancora più paradossale il taglio di nastro dell’anno scorso (27 aprile 2023 per la precisione, i lavori sarebbero dovuti terminare il 31 dicembre 2018): secondo le previsioni, tali interventi dovrebbero iniziare nel primo semestre del 2025 e terminare nella seconda metà del 2028.
Nel frattempo l’unica soluzione è percorrere la Statale 16 o tornare indietro.