L’appello al voto è per «Manuele, le cui realizzazioni sul territorio non si contano». Stefania Craxi a Vasto per sostenere Manuele Marcovecchio, consigliere regionale uscente e ricandidato alle elezioni del 10 marzo. Il popolo di Forza Italia riempie di Politeama Ruzzi per ascoltare la senatrice e figlia dell’ex leader del Psi. Con lei il coordinatore regionale del partito, Nazario Pagano, anche lui senatore, e la consigliera regionale Sara Marcozzi. Il deputato Andrea Orsini interviene in videoconferenza come il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, a caccia del secondo mandato: «Senza di noi – rivendica il governatore – la Pilkington ora sarebbe chiusa, perché il governo Conte non aveva previsto, nel periodo Covid, il rimborso di un forno, che sarebbe stato destinato a chiudere perdendo forse mille posti di lavoro».
L’evento, introdotto da Valentina Fitti, consigliera comunale a Cupello, inizia con un video amarcord su Silvio Berlusconi e prosegue con l’endorsement di Alessandra Notaro: «Manuele, ti staremo dietro. Vogliamo vedere realizzato il nuovo ospedale», scandisce l’ex candidata a sindaco di Vasto per il polo civico e consigliera comunale di opposizione. «Noi stavolta non lottiamo per il secondo posto, ma per rappresentare questo territorio fino a Chieti», precisa Massimiliano Zocaro, vice coordinatore provinciale degli azzurri. Pagano è sicuro: «Quest’anno è facile fare campagna elettorale per i candidati di Forza Italia. Abbiamo dei sondaggi che dicono che la vittoria è certa».
Stefania Craxi ricorda il padre e ne rivendica i risultati ottenuti da presidente del Consiglio. Il suo discorso è un lungo elenco di valori opposti a quelli degli avversari politici: «Non vogliamo la società del minimo. Col minimo non si vive, vogliamo la società del massimo» e «su questo si misura il divario tra noi e la sinistra, convinta che si debba ridividere la ricchezza». Bisogna «rimettere la morale al centro della politica. Una morale che è diversa dal moralismo militante inoculato nella politica dalla sinistra». «Vogliamo una vita in cui non è necessario votare le forze estreme per gridare la propria disperazione». «La buona vita che vogliamo non è quella in cui l’ambiente è l’ideologia del terzo millennio». Sostiene un governo che «rigetta le politiche di austerity imposte dall’Europa».
Sul palco la verve del giovane Filippo Sammartino scalda attivisti e simpatizzanti precedendo l’intervento di Marcovecchio: «Manuele non ha mai messo davanti l’io. Ha sempre messo il noi», inoltre «ha fatto una scelta di libertà e l’ha pagata con l’espulsione da un partito». Marcovecchio riprende il concetto: «Nel mio percorso politico ho sempre mantenuto alta la dignità». Annuncia «entro la primavera il via ai lavori per il nuovo ospedale, una sfida attesa da vent’anni». Per il porto di Punta Penna «abbiamo finanziato il prolungamento della banchina di sopraflutto». Rivendica il salvataggio «della Cerella», compagnia di trasporto pubblico locale, «che ha fatto la storia del territorio e che molti ritenevano decotta». Nei cinque anni che si stanno concludendo «non ho tagliato nemmeno un nastro, ma ho lavorato perché questa regione ottenesse una legge organica sull’economia circolare e sul ciclo dei rifiuti e perché il Civeta tornasse protagonista nel sistema, che andremo a completare di qui a qualche anno, di gestione dei rifiuti. Oggi quell’ente può contare su 40 milioni di fondi Pnrr».