Il Trigno che cambia colore in modo netto dopo il passaggio sotto il ponte della ferrovia. Succede a Montenero di Bisaccia, qualche centinaio di metri prima della foce del fiume che segna il confine tra Abruzzo e Molise. Nei giorni scorsi a segnalarlo è stata la testata Montenero Notizie.
Raggiungendo il luogo, la variazione cromatica non è visibile da terra, ma è ben evidente un grande refluo che parte da un’accentuata ansa, poco dopo il ponte della ferrovia. Qui c’è quello che ha tutta l’apparenza di essere uno scarico che poi raggiunge il resto del fiume donandogli una colorazione più scura. Tale differenza cromatica, come detto, non è evidente da terra, ma lo diventa nelle immagini riprese dall’alto dal drone.
Che la colorazione sia addebitabile a ciò che si trova nell’ansa lo si può notare ancora meglio dalle foto aeree di Google Maps quando, a differenza della situazione attuale, non tutto il tratto di fiume aveva preso quel colore scuro.
Tornando a ciò che si può osservare da terra, nel tratto d’acqua dell’ansa è presenta una spessa patina marrone che più avanti si discioglie in grumi comunque presenti anche a distanza da quel punto (oltre a ciò che si può intravedere depositato sul fondale); inoltre nella zona si avverte un cattivo odore simile a quelli di una fogna.
Certo è che, senza analisi di laboratorio, non è possibile sapere di cosa si tratta. Altro dato importante sarebbe conoscere da quanto tempo si protrae tale situazione.
La sindaca di Montenero di Bisaccia, Simona Contucci, a Chiaro Quotidiano assicura che l’Arpa Molise (l’ente deputato alla tutela ambientale, corrispondente all’Arta Abruzzo) ha già effettuato prelievi e l’amministrazione è in attesa di conoscerne i risultati delle analisi: «L’acqua viene costantemente controllata, hanno fatto prelievi prima e dopo le foto pubblicate qualche giorno fa, i prelievi sono stati fatti a valle e a monte. Mi sento di dire che da questo punto di vista saremo tutelati e garantiti. È certamente una circostanza che va monitorata e ci sono enti e autorità preposti al lavoro. Rispetto al passato sono molto più tranquilla perché c’è un gran lavoro di controllo e monitoraggio».
Per la stessa area da anni si discute della possibilità di istituire la Riserva naturale della foce del Trigno, strumento che consentirebbe anche una maggiore protezione: «Stiamo continuando su quella strada, nei giorni scorsi ho avuto contatti con gli uffici Ambiente e Demanio della Regione per trovare una soluzione. Il territorio non è nostro, c’è bisogno di farcelo concedere in modo da tenerlo ulteriormente monitorato anche alla luce di tutti quei problemi che ha quell’area; in precedenza abbiamo sanzionato numerosi individui per l’abbandono di rifiuti».
«L’area – conclude la prima cittadina – è fortemente vulnerabile, ma abbiamo fatto ciò che dovevamo, attediamo di sapere cosa ci diranno le analisi. Se fosse uno sversamento, purtroppo non mi meraviglierebbe». Il 9 febbraio tale argomento sarà discusso anche in consiglio comunale a seguito di un’interpellanza presentata dai consiglieri comunali di Montenero che rinasce.
In attesa di tali dati, quindi, si può far riferimento a quanto rilevato da Goletta Verde nel luglio 2023. La nave di Legambiente ha prelevato campioni anche alla foce del fiume Trigno che, insieme alla foce del Sinarca e uno in mare, hanno restituito risultati (alle analisi microbiologiche) entro i limiti: «un ottimo risultato – commentava l’associazione ambientalista – visto che l’anno scorso (2022) il punto della foce del fiume Trigno era risultato fortemente inquinato».
Sarebbe un peccato se tale miglioria fosse ora vanificata.