Con il deposito di memorie difensive si è conclusa oggi l’ultima udienza del processo d’appello sulla tragedia dell’hotel Rigopiano. Il 18 gennaio 2017 l’albergo di Farindola fu sommerso da una valanga che si staccò dal Monte Siella causando la morte di 29 persone, mentre 11 furono salvate in due settimane di incessanti ricerche.
Oggi in Corte d’Appello all’Aquila è stata affrontata una vicenda collegata al disastro: il depistaggio della telefonata del cameriere Gabriele D’Angelo. Gli avvocati dei funzionari della Prefettura di Pescara coinvolti in questo filone d’inchiesta hanno depositato brevi memorie per conto dei loro assistiti, che in primo grado sono stati assolti dal Tribunale di Pescara. Il verdetto del 25 febbraio 2023 è stato di 25 assoluzioni, tra cui ‘ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e cinque condanne.
Un giudizio, quello di prima istanza, che aveva scatenato le proteste in aula dei familiari delle vittime. Il 14 febbraio la decisione: udienza convocata alle 9:30 per le eventuali repliche, poi la lettura a porte chiuse del dispositivo della sentenza non prima delle 16:30.
Mario Tinari, papa di Jessica, estetista di Vasto morta a 24 anni sotto le macerie insieme al suo fidanzato venticinquenne Marco Tanda, primo pilota della Ryanair, è realista: «Siamo fiduciosi, nella speranza che venga ribaltata la sentenza di primo grado se non del tutto, almeno in parte. In questo processo – afferma Tinari – la pubblica accusa ha rafforzato la sua tesi e anche la difesa ha ribadito la sua posizione. Sicuramente ci aspettiamo che la vicenda non si concluda definitivamente qui, ma finisca davanti alla Corte di Cassazione»