Sei azioni per contrastare la violenza di genere, che «non deve essere solo una battaglia delle donne, ma di tutti noi». Le propone Francesco Prospero, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Vasto e candidato al Consiglio regionale.
«Ci sono diverse politiche che potrebbero essere adottate per aiutare le donne vittime di violenza in Abruzzo», afferma Prospero, che elenca una serie di iniziative. «Centri antiviolenza: Creare e sostenere centri antiviolenza in tutta la regione che offrano assistenza legale, psicologica e sociale alle donne vittime di violenza. Questi centri possono fornire supporto immediato, consulenza e orientamento alle donne in situazioni di pericolo. Case rifugio: Incrementare il numero di case rifugio per offrire un luogo sicuro in cui le donne vittime di violenza possano rifugiarsi insieme ai loro figli. Queste strutture dovrebbero essere adeguatamente finanziate e dotate delle risorse necessarie per garantire la sicurezza e il benessere delle persone ospitate. Assistenza legale: Assicurare l’accesso a un’assistenza legale gratuita o a basso costo per le donne vittime di violenza. Ciò consentirebbe loro di ottenere supporto legale per ottenere provvedimenti di protezione, avviare azioni legali contro gli aggressori e cercare giustizia. Formazione: Promuovere la formazione sulla violenza di genere per professionisti che potrebbero entrare in contatto con le vittime, come operatori sanitari, assistenti sociali, insegnanti e forze di Polizia. Questo garantirebbe una più adeguata preparazione per riconoscere e affrontare la violenza di genere in modo sensibile ed efficace. Campagne di sensibilizzazione: Sviluppare campagne di sensibilizzazione che promuovano il rispetto reciproco, l’uguaglianza di genere e incoraggino le persone a segnalare la violenza di genere. Queste campagne possono coinvolgere i media, le scuole e la società civile per creare una cultura di tolleranza zero verso la violenza di genere. Rafforzare la cooperazione tra le istituzioni: Favorire la collaborazione tra diverse istituzioni, come Forze dell’Ordine, servizi sociali, centri di salute e organizzazioni della società civile, per garantire una risposta coordinata e integrata alle donne vittime di violenza».
L’allarme era stato lanciato due giorni fa dalla presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, nel corso dell’inagurazione dell’anno giudiziario: «In controtendenza, come ovunque in Italia, nonostante la grande attenzione dei media e delle istituzioni, nel distretto della giustizia abruzzese, sono in aumento i cosiddetti reati di genere, come maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali, atti persecutori, tra cui i femminicidi, termine con cui si definiscono le uccisioni delle donne, per lo più da parte di familiari o conviventi (oltre 100 casi in Italia nel 2023, 5 in Abruzzo, il tasso più alto d’Italia, mentre il 2024 è cominciato malissimo), fenomeno trasversale e tragicamente democratico, che non conosce differenze di età, censo, cultura».