«Alla luce dell’intervento di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, riguardo al sito produttivo di Atessa, si evince come tutte le aziende della zona abbiano bisogno della crescita anche del porto di Vasto: “Per restare competitiva Atessa deve avere due cose: navigare nel mare profondo del Mediterraneo attraverso le strutture portuali e ferroviarie”. La Regione Abruzzo non ha fatto nulla di tutto ciò». Lo afferma Anna Bosco, assessora comunale allo Sviluppo economico e candidata del Pd al Consiglio regionale.
«Il porto di Vasto – afferma in un comunicato – è un’infrastruttura strategica, non solo dal punto di vista economico, ma anche inteso come sistema dei servizi che da esso discendono. Dal suo sviluppo dipende la competitività del nostro territorio nel futuro. Per questo l’amministrazione regionale ne deve fare una vera priorità, dedicandone un rilevante lavoro programmatorio da portare avanti con costanza. Nei prossimi cinque anni di governo regionale abruzzese, è fondamentale che gli investimenti sul porto di Vasto trovino speditezza procedurale e realizzativa, altrimenti gli aumenti delle prestazioni registrate di recente saranno sterili, dal momento che, chiaramente, si svolgono in un contesto di evidenti difficoltà logistiche».
Secondo Bosco, «è necessario adempiere con risolutezza e continuità agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dello scalo, come richiesto dagli operatori del settore e dalle imprese e realizzare tutte le opere di cui al P.R.P. di Vasto. Giova ricordare infatti che il porto di Vasto da 10 anni è uno dei pochi della costa adriatica ad avere un Piano regolatore portuale. Elaborato nel 2007 e approvato nel 2014, deve rapidamente vedere il raddoppio dell’infrastruttura preesistente, con investimenti programmati per circa 200 milioni di euro. In particolare si tratta di finanziare opere finalizzate ad aumentare gli spazi in banchina per la movimentazione delle merci. Aumentare i fondali e superare i problemi di pescaggio per le navi di grandi tonnellate. Gestire le sovrapposizioni di funzioni all’interno dell’area portuale (turismo, traffico merci, pesca). E ancora, incentivare collegamenti al sistema ferroviario e autostradale».