La settimana che ha visto il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, in visita in Val di Sangro, si chiuderà con otto ore di sciopero alla Stellantis di Atessa. A invocare le braccia incrociate (dalle 5.45 alle 13.45) per la mattina di sabato 27 gennaio, quando era in programma un turno di straordinario, sono, seppur con motivazioni diverse, Cobas e Fiom.
I primi denunciano «modalità gestionali e ritardi negli investimenti nonostante le rassicurazioni mediatiche. I riconoscimenti verbalì enunciati nel corso della prolungata visita circa la nostra professionalità, la qualità e gli obiettivi raggiunti continuano ad non avere un incremento strutturale nelle buste paga, ma vincolate dalle clausole contrattuali per cui l’elemento di efficienza di stabilimento resta il riconoscimento retributivo una tantum da anni invariato».
«I complimenti ricevuti non sono sufficienti alla richiesta di un piano industriale definito rispetto alla delocalizzazione polacca e al persistere della insindacabile riduzione dei costi – continua la sigla sindacale – La previsione produttiva annunciata di 260mila veicoli commerciali leggeri ridimensionata rispetto al 2018 (297mila), nonostante l’accordo con Toyota, la poca chiarezza sul destino dell’impianto di verniciatura 1, l’attuale residua produzione di furgoni elettrici e il ricorso ai lavoratori in trasferta obbligata, senza nessuna dichiarazione di nuove assunzioni restano interrogativi non fugati. Ribadiamo la contrarietà allo straordinario poiché prolunga le condizioni lavorative già esasperanti, con aumento dell’insorgenza di patologie per sollecitazione ripetitiva e prolungata dalle operazioni richieste e impedisce un adeguato ricambio occupazionale e generazionale in prospettiva futura».
Per la Fiom «c’è una situazione critica che richiede un’azione immediata da parte di tutti noi» oltre a una mancanza di una pianificazione adeguata e attenzione alle esigenze dei lavoratori. «Continuare a rimandare a casa gli interinali non è un segnale positivo, è essenziale affrontare la situazione con un approccio proattivo – continua la Rsa Fiom Cgil – È evidente che sono necessari investimenti significativi per garantire il futuro dei lavoratori e migliorare le condizioni di lavoro complessive»