«Un progetto da stroncare sul nascere», Giuseppe Masciulli e gli altri sindaci dei Comuni coinvolti dal parco eolico “Abruzzo” non hanno dubbi. Graziana Di Florio (Cupello), Ernano Marcovecchio (Tufillo), Lino Giangiacomo (Fresagrandinaria) e Angelo Marchione (consigliere comunale di Furci in rappresentanza del sindaco Fabio Di Vito), insieme alle undici associazioni che compongono il forum, hanno illustrato le ragioni del “no” ieri nella sala “Aldo Moro” di Vasto. Presenti per l’occasione, oltre ai componenti delle associazioni del forum, anche altri amministratori del Vastese.
Il progetto è la cui documentazione è stata pubblicata qualche giorno fa: undici torri eoliche per 66 Mw di potenza complessiva, cinque Comuni coinvolti, un’altezza di 135 metri con un rotore da 170 e una distribuzione che prevede tre impianti a Cupello e due per ognuno degli altri centri citati.
Tra le principali ragioni del “no” («che non è a prescindere»), c’è la totale assenza di un dialogo con la società proponente, la Sviluppo Prime srl di Grottaglie (Ta): «È un progetto calato dall’alto senza alcuna interlocuzione come avviene ciclicamente. Lo dimostra il progetto approssimativo, basato sulla mancata conoscenza del territorio. A Tufillo ad esempio una torre è stata localizzata in una zona coinvolta da una storica devastante frana. È un progetto da 90 milioni di euro di una società con un capitale di 10mila euro che non ha effettuato rilievi topografici e di altra natura (ad esempio non ha installato anemometri per la misurazione del vento), ma che ha usato dati risalenti agli anni ’60-’70 e che colloca gli impianti in diversi terreni gravati da uso civico».
Poi, sempre nelle parole di Masciulli, la concentrazione di impianti simili in provincia di Chieti e, soprattutto, nel Vastese: «L’Abruzzo al 31 dicembre 2022 ha realizzato impianti eolici per 282 Mw, di questi l’80% è prodotto nella provincia di Chieti, in particolare nell’entroterra vastese. Il solo comune di Castiglione Messer Marino produce più energia eolica delle province di Teramo e Pescara messe insieme. Con un progetto simile andremmo a stravolgere il territorio compromettendone l’attrattività. Basti pensare che Palmoli ha circa 100 residenti non originari del posto, provenienti da altre nazioni estere, che con la ristrutturazione delle case in questi ultimi anni hanno prodotto 6-7 milioni di euro di investimenti».
Nell’elaborazione grafica il posizionamento delle singole torri eoliche (ABo1 ecc.) nei vari territori
Un concetto, questo, ripreso anche da Marcovecchio, «Qual è la destinazione da dare al territorio? Nel corso del tempo diventeremmo una periferia industriale, e Giangiacomo: «Ci stiamo impegnando per invertire una tendenza demografica negativa, è un intervento incompatibile con i fondi erogati per la rigenerazione urbana dei nostri paesi». L’accento è stato posto anche sulla necessità di una pianificazione, di un coinvolgimento delle comunità locali «che spesso non hanno la forza di portare avanti simili battaglie».
Hanno assicurato il proprio appoggio il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, e i consiglieri regionali, presenti in sala durante una parte dell’appuntamento, Silvio Paolucci e Manuele Marcovecchio. Nota critica, su tale circostanza, quella di Stefano Taglioli: «Gli enti sovracomunali hanno la possibilità di intervenire, sarebbe stato bello parlarne con loro se avessero evitato la passerella andandosene prima».
Restano ora poco meno di trenta giorni per presentare le osservazioni, se non dovessero bastare, la battaglia sarà anche nelle aule giudiziarie.