«Vorrei che la mia candidatura fosse sentita, collettiva» e vicina «soprattutto ai giovani, che hanno diritto allo studio, alla casa, alle possibilità di lavoro». Anna Bosco inizia ufficialmente la marcia di avvicinamento alle elezioni regionali del 10 marzo accogliendo nel comitato elettorale di corso Garibaldi il candidato di centrosinistra e M5S alla presidenza della Regione Abruzzo, Luciano D’Amico, il senatore Michele Fina, il segretario regionale del Pd, Daniele Marinelli, il presidente della Provincia di Chieti e sindaco di Vasto, Francesco Menna, il segretario provinciale dem, Leo Marongiu. Lo fa in una conferenza stampa introdotta dal segretario cittadino del partito, Simone Lembo.
La candidata vastese del Pd al Consiglio regionale si propone di «rappresentare tante comunità che in questa regione si sono sentite abbandonate in questo quinquennio» amministrato da «un foverno regionale attento alle necessità di pochi», mentre «a Vasto stiamo costruendo tre scuole, saranno edifici Zeb, zero energy building».
«Voglio dedicare – dice Bosco – questa candidatura all’onorevole Giovanni Di Fonzo», morto l’8 aprile scorso. «Quando mi candidavo, prendevo la macchina e andavo a Lanciano, perché lui sapeva sempre aprirmi la mente».
Le scelte
«Il circolo di Vasto ha scelto da tempo», dice Simone Lembo. «Dalla discussione interna il partito ha deciso di convergere all’unanimità su Anna Bosco. Anna è conosciuta, ha lavorato bene, è spendibile, la sua è stata una candidatura naturale».
«Le liste del Pd – afferma Marinelli – sono in grado di dare un contributo potente alla candidatura di Luciano D’Amico. Consapevoli della nostra non autosufficienza, ma anche del fatto che non esistano alternative alla destra senza il Partito democratico», i dem hanno contribuito a creare un campo largo «assumendosi la responsabilità di una coalizione che mettesse insieme tutte le forze alternative a Marsilio». Un’alleanza tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle, tant’è che alla conferenza è presente anche l’ex senatore Gianluca Castaldi, coordinatore regionale dei pentastellati. Puntando nel 2019 sull’attuale presidente della Regione, «la destra ha voluto che la nostra regione diventasse una colonia romana governata da un console inviato da Roma».
«Luciano D’Amico è un figlio d’oro dell’Abruzzo», dice il sindaco, Francesco Menna. «Vasto ha tanti diritti da rivendicare, tanti sogni e tanti progetti» e, nel suo ruolo da assessora, «Anna ha dato prestigio alla città nei rapporti con le imprese, nella Zes, nel lavoro per le scuole e per la fibra ottica». Due punzecchiature al centrodestra. La prima sui finanziamenti: «Guai se non arrivassero i fondi Fsc per fogne, acque bianche e piste ciclabili». La seconda sul neonato Suap (sportello unico delle attività produttive) di Vasto, sancendo la scissione da San Salvo (che ha la sede del Suap) e dagli altri Comuni del Patto Trigno-Sinello: «Vasto è il Comune capofila di questo territorio, è quattro volte San Salvo, ha 72 concessioni balneari, e vuole svolgere appieno il suo ruolo di capofila».
D’Amico promette di rispettare il Patto per Vasto sottoscritto il 7 dicembre con gli amministratori locali, «con una serie di punti fondamentali per lo sviluppo della città, di cui è importantissimo avere una rappresentanza» perché, se sarà eletto presidente, non sarà «un uomo solo al comando o una Giunta sola al comando, ma il nostro sarà un lavoro con tutto il territorio. Non sto qui a elencare i dati teementi del fallimento del governo regionale. Ve ne dico uno su tutti: ogni giorno perdiamo 22 abruzzesi, 8mila all’anno. Tra non molto le aree interne resteranno deserte», quindi bisogna «creare le condizioni di competitività e di crescita che possano far sì che i nostri giovani rimangano».
Opere pubbliche e trasporti
Capitolo infrastrutture locali: variante alla statale 16, ampliamento del porto e stazione ferroviaria da dotare di più fermate dei treni a lunga percorrenza. «Vasto – risponde D’Amico – è essenziale nell’economia regionale. La regione non può pensare di rimanere manufatturiera e poi non avere un porto industriale. La variante alla statale 16 è un’infrastruttura che non può essere trascurata, quindi è un problema che va risolto. Sul porto sono pronto a incatenarmi, sulle fermate dei treni sono pronto a negoziare perché Vasto è troppo lontana da Pescara e non abbastanza vicina a Termoli, che comunque è in un’altra regione».
«Avere più fermate – dichiara Fina – è una priorità nella regione e nel rapporto con il Centro Italia. Non mollo gli interlocutori: due giorni fa sono andato da Trenitalia a insistere su scelte che tengano conto delle dinamiche politiche ed economiche di questo territorio. Stiamo insistendo sui fondi Fsc, ma c’è bisogno di una Regione che abbia capacità e voglia e di una provincia che abbia gli strumenti necessari. Bisogna rimettere mano alle Province dopo quella riforma monca. E c’è bisogno di una Regione che si faccia carico della programmazione individuando le priorità strategiche».