Ha riflessi anche in provincia di Chieti l’operazione della guardia di finanza di Brescia. Stamattina I militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, in collaborazione con il servizio centrale Investigazione criminalità organizzata e di due unità cinofile “cash dog”, hanno eseguito quattro misure cautelari (di cui tre di custodia in carcere e una di arresti domiciliari), il sequestro di circa 450mila euro e perquisizioni nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Novara e Chieti.
L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia ha smantellato un’associazione per delinquere finalizzata alla «corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla turbata libertà degli incanti e all’accesso abusivo ad un sistema informatico e all’omessa presentazione delle dichiarazioni». Le indagini coordinate dalla pm Marzia Aliatis hanno scoperto un meccanismo che avrebbe portato all’aggiudicazione di gare d’appalto bandite da Enel Distribuzione per oltre 12 milioni di euro a favore della Valcart (società bergamasca). Secondo le fiamme gialle bresciane l’organizzazione era ben strutturata e collaudata. Decisivo nella riuscita di tale meccanismo il ruolo di un dirigente Enel “infedele”: «A fronte di “prestazioni illecite” – spiegano le fiamme gialle – l’uomo avrebbe ricevuto, nel corso di diversi incontri avuti con il corruttore, nelle immediate vicinanze di un casello autostradale, oltre 70 mila euro in contanti, il tutto documentato con riprese video effettuate dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia».
Le indagini hanno consentito di documentare anche numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici, ai danni della Terna, altra partecipata dallo Stato, per prendere visione le offerte trasmesse da altre imprese partecipanti alle gare d’appalto.
Sono così finiti in carcere i fratelli Sergio e Vincenzo Bava (il primo, amministratore di fatto della Valcart) e l’hacker Paolo Giannetta; ai domiciliari il dirigente di Enel Distribuzione Antonio Marcone, secondo le forze dell’ordine, avrebbe incassato tangenti per favorire la Valcart.
Giannetta, l’hacker coinvolto, responsabile degli accessi illeciti ai sistemi informatici, è originario della Puglia, oggi residente a Casalincontrada, ma molto conosciuto anche a Vasto, città dove ha vissuto per diverso tempo e che continuava a frequentare attualmente.