Riserva naturale, industrie e porto di Vasto, una convivenza necessaria. Ha riguardato la difficile coabitazione tra l’area protetta di Punta Aderci e il nucleo produttivo di Punta Penna il convegno promozzo dall’associazione Oltremuro, presieduta da Michele Cappa, che ha anche moderato il dibattito.
«Troppo spesso si parla in termini distorti di Riserva naturale di Punta Aderci o di Porto ed area industriale, come se l’una realtà dovesse escludere l’altra nelle dinamiche di valorizzazione del nostro territorio», ha detto Sabrina Bocchino, consigliera regionale della Lega. «Abbiamo ereditato uno stato di fatto – ha detto Bocchino dinanzi ad una attenta e numerosa platea di imprenditori di aziende che insistono nell’area industriale di Punta Penna – industrie e Porto realizzati lì dove la natura ha regalato a Vasto uno scorcio meraviglioso di natura selvaggia sulle falesie che baciano l’Adriatico. Eppure, Porto ed area industriale non hanno certo pregiudicato la creazione di questa splendida Riserva naturale diventata punto di riferimento della costa dei trabocchi. Anzi, la nostra Riserva, assieme al tracciato ciclopedonale, sono i principali attrattori del turismo di un vasto territorio che abbraccia non solo i Comuni della costa, ma anche il nostro meraviglioso entroterra». L’esponente del Carroccio ha quindi snocciolato gli investimenti stanziati dalla Regione Abruzzo per rilanciare «questo settore nevralgico», «tutto questo non ci impedisce certo di valorizzare sempre di più il nostro Porto. È stato appena concluso l’intervento di escavazione programmato dalla Regione ed attuato da Arap». Quindi Bocchino ha posto l’attenzione sugli interventi previsti per lo scalo portuale per il quale «nel pieno rispetto del vigente Piano Regolatore Portuale, la Regione Abruzzo ipotizza il potenziamento in termini di spazi di banchina disponibili e di incremento della sicurezza della navigazione e dell’ormeggio attraverso i seguenti interventi con relative stime sommarie: completamento del molo di sopraflutto (Euro 40.000.000,00); esecuzione del molo di sottoflutto (Euro 30.000.000,00); completamento della banchina di levante (Euro 30.000.000,00)». «Con l’esecuzione di queste opere – ha sottolineato Bocchino – l’attuazione del Piano Regolatore Portuale potrà definirsi quasi completa, residuando solo il banchinamento di sottoflutto. Aree commerciali più che raddoppiate, fondali da 12 metri, sicurezza della navigazione e protezione del piede della falesia di Punta Penna diventeranno una realtà». «Riserva, industrie e porto – ha detto la consigliera segretaria del Consiglio regionale – sono una ricchezza da tutelare e potenziare. Dobbiamo farlo con sapienza, con profondo senso di responsabilità e con la consapevolezza che generare economie in settori non sovrapponibili comporta il rispetto di un equilibrio che mai deve venire meno».
L’assessore all’Ambiente del Comune di Vasto Gabriele Barisano ha parlato di una «convivenza necessaria tra zona industriale e riserva. Negli ultimi 25 anni si è raggiunto una sorta di equilibrio che ha fatto sì che tutte le varie esigenze venissero ascoltate». Per poi evidenziare come «uno dei problemi maggiori della riserva è l’afflusso di persone’ lasciando trasparire l’intenzione di adottare misure che possano arginare la problematica.
È toccato all’architetto Francescopaolo D’Adamo ricordare figure importanti nella vicenda della costruzione del porto di Punta Penna il cui primo disegno fu redatto da Angelo Lupi. E, poi, ha ricordato Beniamino Laccetti, ‘commerciante di grani e frutta esotica che allora disse “6 milioni di lire li metto io” per la costruzione dello scalo. Il senatore Francesco Ciccarone che volle il primo faro nel 1906, fino alla famosa comunicazione con cui il 23 maggio del 1946 il sottosegretario agli Interni Giuseppe Spataro scrive al sindaco di Vasto per rassicurarlo sulla ricostruzione del faro.
Il presidente della Dmc Costiera dei Trabocchi e presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco ha affermato che è «Vasto rappresenta un laboratorio importante che tiene sì al centro la sostenibilità ambientale, ma anche quella economica e sociale». «La sfida porto è al centro della transizione ecologica. Bisogna guardare all’intermodalità che fa parte del progetto di mobilità sostenibile». Riferendosi ai fronti che tradizionalmente si confrontano sulla vicenda porto-Riserva Di Marco ha sottolineato che «a Vasto abbiamo superato i concetti di divisione e bisogna dialogare con gli industriali perché serve l’industria 4.0. Non siamo più il popolo del no».
Secondo il direttore di AssoVasto, Giuseppe La Rana, «avere un’area industriale adiacente la riserva significa cullare il senso del rispetto», tenendo presente che «un terzo dell’Abruzzo è soggetto a tutela, ma l’Abruzzo è anche una regione che in Italia ha un Pil superiore alla media nazionale e quindi rappresentiamo già un esempio di sostenibilità. Se dobbiamo guardare alla riserva dobbiamo farlo con l’intento di migliorarne la fruizione e i servizi. La Riserva va sviluppata come spesso accade in altre realtà nazionali, ma dall’altra parte del pianerottolo ci sono imprenditori che hanno investito e stanno investendo, investimenti che sono atti allo sviluppo del nostro territorio, alla tutela dei posti di lavoro, alla creazione di nuovo lavoro. Mai come in questo periodo, però, il mondo imprenditoriale e quello ambientale stanno dialogando».
L’incontro si è chiuso con la proiezione del documentario Riserva naturale, industrie e porto di Vasto, una convivenza necessaria realizzato dal Oltremuro in collaborazione con Cquadro in cui si ricostruiscono vari aspetta del rapporto di convivenza tra Porto di Punta Penna e Riserva naturale di Punta Aderci con uno sguardo al futuro. Nel video vengono riportati anche gli autorevoli pareri del comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo, tenente di vascello Stefano Varone e del decano degli industriali dell’area portuale Remo Salvatorelli, entrambi presenti in sala.