L’autista di un pullman di linea è stato aggredito alla fermata di Vasto nord. L’aggressione, «che si è verificata a bordo del mezzo di trasporto, ha come causa il rispetto del codice della strada», è l’amara constatazione del segretario provinciale della Faisa Cisal, Pasquale Romano. Secondo la testimonianza del conducente, «l’aggressore, che si trovava lungo la statale 16 nei pressi di Borgata Marina, nel comune di Torino di Sangro, attendeva il servizio di trasporto per raggiungere la propria destinazione», riferisce il rappresentante sindacale.
Però, al passaggio del mezzo di trasporto, l’autista ha ritenuto di non potersi fermare «a causa della reale condizione di scarsa sicurezza in un contesto in cui, sulla statale 16, la fermata bus è inesistente e un eventuale azzardo all’interruzione della corsa avrebbe poturo mettere in pericolo l’incolumità dei viaggiatori presenti a bordo e dello stesso conducente». Un uomo che aspettava il pullman «al fine di farsi giustizia – afferma Romano – ha pensato di raggiungere il pullman alla fermata presso il distributore di Vasto nord», in contrada Zimarino, nella zona del casello autostradale, «salire a bordo e aggredire l’operatore di esercizio» che, «per come è stato malmenato e offeso, ha richiesto l’intervento della polizia e del 118». Portato all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, il conducente è stato medicato e dimesso con una prognosi di sette giorni.
«Quanto accaduto ad un lavoratore che è anche padre di famiglia – commenta il segretario provinciale della Faisa Cisal – non può essere un elemento da sottovalutare, soprattutto quando nel proprio dovere ci sono il rispetto delle regole e del codice della strada, cosa che non sembra essere recepita da chi pensa ancora che l’autobus possa essere utilizzato come si voglia; abbiamo capito, nel tempo, che i conducenti sono diventati elemento su cui scaricare qualsiasi evento che arrechi danno ai trasportati anche se i conducenti non sono direttamente responsabili dei fatti». I lavoratori del settore sono costretti a constatare «la totale mancanza di senso civico e del rispetto verso le persone che operano in questo settore».
Romano ricorda che «da diverso tempo chiediamo che vengano messe in opera maggiori misure atte alla tutela del personale che è front-office delle società di trasporto. La consapevolezza che le fermate bus sono da considerare infrastrutture di sicurezza del servizio di trasporto sembra non voler entrare nel buon senso comune. La carenza cronica dei fondi da destinare alle infrastrutture e la scarsa educazione all’utilizzo del mezzo di trasporto sono elementi che creano questi episodi. Ci aspettiamo anche da questo episodio, che la società di trasporto e gli enti preposti prendano le dovute misure atte a garantire una maggiore tutela verso i conducenti».