La Gigafactory di Termoli a regime produrrà batterie per 800mila veicoli elettrici

Sessanta milioni di batterie l’anno per partire, a regime fornitura per 800mila veicoli elettrici. Sono i numeri che Acc (Automotive Cells Company, società di cui è azionista Stellantis) ha fornito durante l’incontro tenutosi il 18 dicembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla realizzazione della prima Gigafactory di Stellantis in Italia, a Termoli.

La Gigafactory di Billy Berclau/Douvrin, Francia

La fabbrica sorgerà sul sito che oggi ospita la produzione dei motori del gruppo ex Fiat. Gli investimenti saranno importanti per trasformare completamente lo stabilimento. «La produzione di batterie si articolerà in più processi – spiegano Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e AqcfR che hanno partecipato all’incontro – innanzitutto il processo chimico poi il processo meccanico, seguito dal trattamento elettrico e infine dall’assemblaggio. Saranno istallati oltre 400 macchinari per la trasformazione di prodotto, senza tener conto di quelle ausiliarie. Saranno allestite le cosiddette camere bianche con controllo della concentrazione di particelle nell’aria, di temperatura e di umidità, per ragioni sia di qualità sia di sicurezza. Questo richiederà grande attenzione e rigore anche da parte del personale che indosserà abiti specifici e sarà sottoposto a particolari percorsi di pulizia, come le docce d’aria. La produzione dei primi due blocchi dovrebbe essere pari a 60 milioni di celle l’anno; con tutti e tre i blocchi si dovrebbero fornire circa 800.000 veicoli elettrici».

Durante l’incontro non sono stati citati i livelli occupazionali, i sindacati per questo chiedono che al prossimo incontro, in programma il 29 gennaio, non solo un dettaglio delle competenze professionali, «ma il numero di quelle che dovranno per forza essere reperite all’esterno, poiché tutte le altre assunzioni chiediamo che siano espressamente riservate ai lavoratori attualmente impiegati alla Stellantis di Termoli».

C’è molta attesa su questo progetto, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei lavoratori oggi impegnati nella produzione dei motori endotermici. Durante l’appuntamento dedicato all’automotive della Fiom ad Atessa a settembre, il segretario generale Michele Di Palma aveva lanciato l’allarme sull’assenza di certezze [GUARDA].

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