«Mamma mi è caduto il telefono in acqua»: vittima della truffa via sms perde 1.000 euro

«Mamma mi è caduto il cellulare in acqua ed ho cambiato numero scrivimi su whatsapp al numero…». Ancora una variante della truffa via sms per spillare soldi alle malcapitate vittime. L’ultima truffa, purtroppo riuscita, si è verificata ieri a Lanciano, dove una donna ha ricevuto il messaggio su citato.

«La signora – spiega la polizia di Stato che ha raccolto la denuncia – ha iniziato a chattare a mezzo WhatsApp con colui che riteneva essere il proprio figlio il quale, carpita la fiducia dell’interlocutrice, dopo circa un’ora dal primo contatto, ha chiesto all’ignara vittima di prestargli del denaro in quanto, avendo cambiato il numero, aveva il conto bloccato. Nella conversazione il truffatore, sedicente figlio, ha chiesto alla donna di effettuare una ricarica in tabaccheria dell’importo di circa mille euro dicendo che avrebbe potuto pagare sia con il bancomat che in contanti. Sempre ritenendo di essere in contatto con il proprio figlio, la vittima ha effettuato una ricarica in una tabaccheria dopo aver ricevuto dal truffatore le coordinate necessarie ossia il numero di carta, il codice utente ed il codice fiscale. Solo successivamente, raggiunta telefonicamente dal vero figlio, si è accorta di essere stata vittima di un raggiro». 

«Purtroppo – sottolinea la polizia – non si tratta di un caso isolato, sono diversi ormai gli episodi di truffe consumate o tentate effettuate con analoghe modalità: ricezione di un messaggio dal sedicente figlio che avvisa di aver rotto il telefono e che chiede di salvare il suo nuovo numero tra i contatti. Al primo messaggio seguono richieste insolite di denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente».

«Il consiglio è quello di accertarsi in altro modo dell’identità di chi ci scrive innanzitutto provando a chiamare il numero di cui siamo già in possesso e che sappiamo essere reale per chiedere chiarimenti non esitando, in ogni caso, a contattare le forze dell’ordine ai numeri di emergenza». 

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