Quattro ospedali con funzioni hub per le reti tempo dipendenti (rete stroke, politrauma/trauma maggiore, rete emergenze cardiologiche estese), quattro ospedali di primo livello (Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto), sei ospedali di base (Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero) e due presidi di area disagiata, sedi di pronto soccorso (Castel di Sangro e Atessa). È stata approvata nel tardo pomeriggio di ieri in consiglio regionale la nuova rete ospedaliera dell’Abruzzo.
La seduta ha rispettato i pronostici con tensioni e scontri verbali tra consiglieri. Gli oltre 600 emendamenti presentati dalle opposizioni sono state tagliate con la ghigliottina e centrosinistra e Movimento 5 Stelle hanno abbandonato l’aula in segno di dissenso. Il provvedimento, che mancava da venticinque anni, è quindi passato con i soli voti della maggioranza di centrodestra.
«È un momento storico per la sanità abruzzese – ha detto a margine l’assessora alla Salute Nicoletta Verì – che per la prima volta (e sottolineo per la prima volta) dispone di uno strumento di programmazione che ha superato tutti i passaggi ministeriali, a dimostrazione del grande lavoro che è stato portato avanti dal nostro governo regionale. Abbiamo portato avanti un confronto serrato sia con i ministeri, sia con i tavoli tecnici, attraversando due diversi governi, due diversi ministri della Salute e due diversi ministri delle Finanze. Abbiamo sempre difeso con convinzione le istanze della nostra regione, perché non è stato semplice calare in una realtà come quella abruzzese (che ha gli stessi abitanti del Comune di Milano, ma sparsi su un territorio 100 volte più esteso e in gran parte montuoso) i rigidi parametri previsti dalla normativa nazionale. Ci siamo riusciti e credo che questa rete abbia anche un altro merito: quello di aver aperto una riflessione proprio su questo tema e cioè l’applicazione degli standard del DM70 nelle regioni più piccole e meno densamente popolate, del quale potranno beneficiare anche altri territori del Paese».
Tra le novità rispetto alla programmazione del 2016, adottata con decreto commissariale e mai assentita dai tavoli tecnici ministeriali, ci sono la riclassificazione del presidio di Sulmona quale Dea di primo livello con il mantenimento del punto nascita, per il quale sarà attivato un progetto sperimentale (da sottoporre alla valutazione del comitato Percorso nascita nazionale), dei nosocomi di Ortona, Penne e Popoli in ospedali di base sede di pronto soccorso, la classificazione dei presidi medici h24 di Tagliacozzo, Pescina e Guardiagrele in stabilimenti ospedalieri rispettivamente degli ospedali di Avezzano, L’Aquila e Chieti, in cui ubicare specifici reparti specialistici e, infine, il riconoscimento al presidio di Atessa della funzione di ospedale di area disagiata.