«L’Italia resta centrale nella strategia del gruppo e l’obiettivo è il milione di veicoli commerciali». È quanto emerso dal Tavolo per lo sviluppo dell’automotive tenutosi oggi a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy tra rappresentati del Governo, del gruppo Stellantis, delle parti sociali, di Anfia e dei rappresentanti delle Regioni che hanno nel proprio territorio gli stabilimenti del gruppo.
«La volontà di Stellantis è di intraprendere un percorso con tutte le parti coinvolte con l’obiettivo comune di sostenere la produzione di veicoli in Italia. È necessario lavorare rapidamente per implementare quei fattori abilitanti che sono fondamentali per il raggiungimento di tutti gli obiettivi», ha scritto in una nota a margine dell’incontro il responsabile di Corporate Affairs Italia di Stellantis, Davide Mele. Per Mele l’obiettivo è «creare le condizioni per sostenere la produzione di veicoli in Italia nei prossimi anni di difficile transizione, con l’ambizione di raggiungere un milione di veicoli (auto e veicoli commerciali) all’uscita del piano Dare Forward 2030».
«Oggi – continua Mele – abbiamo riaffermato ancora una volta il forte impegno di Stellantis nei confronti del Paese e la centralità dell’Italia nella strategia globale del gruppo. Stellantis contribuisce in modo determinante all’economia italiana e alla bilancia commerciale del Paese con un surplus di 11 miliardi di euro dal 2021 al giugno di quest’anno con veicoli prodotti in Italia ed esportati in tutto il mondo. L’ultima novità è la Fiat 500e costruita a Mirafiori ed esportata negli Stati Uniti, ma si può anche sottolineare che l’85% della produzione di Atessa o il 90% delle Maserati prodotte in Italia viene esportata. Abbiamo presentato un piano condiviso con missioni specifiche per ogni stabilimento che porterà il gruppo a produrre il più ampio portafoglio di veicoli degli ultimi dieci anni, ampliando l’offerta dei nostri dieci marchi per coprire altrettanti segmenti di mercato. Ma, come viene sottolineato nel piano di lavoro condiviso con il Ministero, per raggiungere gli obiettivi finali, al di là del livello di performance di ogni impianto, sono cruciali una serie di fattori abilitanti specifici, come la cancellazione dell’impatto della normativa Euro 7 per la continuazione della produzione di modelli accessibili in Italia, gli incentivi adeguati per i clienti di veicoli elettrici per sostenere il mercato e lo sviluppo della rete di ricarica, e il miglioramento della competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani, incluso il costo dell’energia».
«1 milione obiettivo raggiungibile con i veicoli prodotti ad Atessa»
«Con i nuovi lanci e includendo i veicoli commerciali l’obiettivo di un milione di vetture è alla portata, giacché già quest’anno la produzione complessiva di Stellantis dovrebbe attestarsi fra 700 e 800 mila veicoli. Ma noi chiediamo che si passi dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti, confrontandoci stabilimento per stabilimento a partire dal caso più urgente di Termoli». A dirlo sono Rocco Palombella e Gianluca Ficco, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale Uilm.
«L’obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia a ben vedere è alla portata – continuano – specie se si includono i circa 250mila veicoli commerciali leggeri prodotti ad Atessa e se si considera che la produzione complessiva di Stellantis già quest’anno dovrebbe essere in netta ripresa grazie ai nuovi lanci e alla fine della crisi degli approvvigionamenti di microchip, attestandosi fra 700 e 800mila. Certo occorreranno incentivi che rendano accessibili ai consumatori le autovetture elettriche, imposte dalle scelte politiche Ue ma purtroppo molto più costose di quelle a benzina. Occorre incentivare le riconversioni industriali e rafforzare le tutele dei lavoratori, in termini sia di ammortizzatori sociali sia di riqualificazione professionale».
«Fondamentale incrementare la componentistica»
Presente al tavolo anche il presidente della Regione Marco Marsilio che pone l’accendo sulla necessità di ridurre la dipendenza dalla Cina per quanto riguarda la componentistica: «Concordo pienamente con le iniziative intraprese dal Ministro, ma è cruciale anche considerare la possibilità di concentrare risorse per stimolare, sia in Italia che in Europa, il reinsediamento tecnologico industriale, al fine di ridurre la dipendenza dalla componentistica prodotta in Asia. Negli ultimi due anni, la produzione negli stabilimenti di Atessa ha dovuto subire interruzioni a causa della mancata fornitura di semiconduttori e microchip dai Paesi asiatici. L’Abruzzo si posiziona come la prima regione italiana per la produzione di furgoni ed è leader nella produzione di parabrezza; si classifica seconda nella produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche per autoveicoli e nella fabbricazione di moto; e terza nella produzione di auto e componenti per veicoli. Pertanto, è essenziale che, per il rilancio del settore automobilistico italiano, eventuali incentivi siano estesi a tutta la filiera della componentistica».
Comodo fare politica industriale cosi’ (leggasi ricatto). E i guadagni sui veicoli dove finiscono? All’estero…..
Bene andiamo avanti.👏
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