Non si fa attendere la replica della sindaca Emanuela De Nicolis alla lettera aperta dei consiglieri di opposizione sul ruolo della presidente del consiglio Tiziana Magnacca in eventi e occasioni pubbliche. La prima cittadina risponde con un’altra lettera ai consiglieri di minoranza accusati di polemica sterile.
«Ancora una volta – scrive De Nicolis – anziché attivarVi per fini utili alla nostra Città e per i nostri concittadini, avete preferito sollevare una polemica sterile. Prendere spunto da un fatto (la consegna di un meritato riconoscimento ad un cittadino onorario della nostra Città, una guida importante per la storia della Parrocchia di San Nicola, luogo di crescita spirituale ed intellettuale di tanti sansalvesi) da apprezzare in sé per sé, per soffermarsi, invece, su chi ha, solo materialmente, consegnato il riconoscimento, è indice, inoppugnabile, di mera volontà di sterile polemica».
«Visto che la Vostra preoccupazione, palesata pubblicamente, riguarda chi della maggioranza, deve intervenire e presenziare nelle occasioni pubbliche, sono costretta a ricordarVi, altrettanto pubblicamente, quali sono i reali compiti e le necessarie funzioni di chi ha l’onere e l’onore di guidare una Città. Nella consapevolezza del mio ruolo istituzionale, del lavoro che, quotidianamente, svolgo per il bene della mia città e del fatto che bisogna sempre sforzarsi per fare meglio, e sempre di più, nell’interesse superiore della collettività, Vi rappresento che i problemi della nostra Città e dei nostri concittadini sono altri ed è di quelli che devo occuparmi».
Che il Presidente del Consiglio, che, peraltro, ha guidato e rappresentato la Città per un decennio, con piena legittimazione politico amministrativa, intervenga alle cerimonie pubbliche, non può che rincuorarmi, in quanto conferma della solidità del rapporto fra assemblea consiliare ed organo esecutivo. Al contrario da quanto da voi affermato, qualunque avvocato avrebbe agevole lettura dello Statuto Comunale che, all’art. 16, afferma: “il Presidente del Consiglio rappresenta il Consiglio Comunale”. Nulla vieta, dunque, che esso possa rappresentare lo stesso in pubbliche manifestazioni, anche al fine di rimarcare la vicinanza di tutti i consiglieri alla Città.
«Le leggi definiscono i singoli ruoli e i loro limiti, non il modo in cui ciascuno può interpretare quel ruolo, nel rispetto delle proprie peculiarità individuali, oltre che della città e dei cittadini. Tanto più che il Presidente del Consiglio è formalmente invitata dagli organizzatori delle varie manifestazioni, segno che i cittadini conoscono il valore di tale ruolo istituzionale meglio di chi ricopre l’ufficium di consigliere.
Ebbene, la fiducia tra le persone, prima ancora che istituzionale, è un valore, forse ignoto a chi si perde in sterili polemiche, che fonda la bontà dell’agire amministrativo e imposta un sano modello relazionale tra gli organi del Comune».
«È evidente che chi si sente minacciato da una partecipazione o da una consegna di un attestato di stima, non potrà mai amministrare il bene pubblico così come, peggio ancora, chi pensa di dividere e mettere l’uno contro l’altro quelli che, invece, per il bene della Città dovrebbero essere sempre uniti ed incoraggiati. Ma questo i cittadini lo sanno bene: l’unione fa la forza sempre, mentre gli atteggiamenti divisivi e personalistici sono già stati ampiamente giudicati dai Sansalvesi che hanno bocciato sonoramente coloro che se ne sono resi responsabili».
«Piuttosto che dare ordini perentori su chi della maggioranza deve presenziare o intervenire nelle occasioni pubbliche, piuttosto che preoccuparVi della “dignità del Sindaco”, che per fortuna gode della fiducia della Città che l’ha eletta, colgo l’occasione per invitarVi a presenziare alle tante cerimonie istituzionali e culturali del nostro Comune e ad interessarvi ai problemi veri della Città o, tutt’al più, alle vostre divisioni interne.
La Vostra ripetuta assenza in tali contesti come la sollecitazione pubblica ad argomenti come quello ultimo, potrebbero essere interpretati dai nostri concittadini come gesto di indifferenza assoluta e di immaturità istituzionale e politica».