La caccia ai quattro rapinatori non è semplice, ma è serrata. È l’automobile l’elemento su cui si appigliano le prime indagini sulla rapina di lunedì a Sarni Oro, la gioielleria del centro commerciale del Vasto.
Modus operandi
Sono professionisti delle rapine. Lo dimostrano il raid fulmineo e il modus operandi: dal momento dell’irruzione a quello della fuga sono passati due-tre minuti. Ne mancavano una ventina alla chiusura, quando i banditi hanno parcheggiato la macchina nel piazzale non visibile dalla parallela via Cardone perché coperto dal capannone del centro commerciale. Sono entrati dall’ingresso più frequentato dal pubblico. Avevano già indossato le maschere, probabilmente in silicone, e brandivano una pistola, giocattolo secondo alcuni testimoni sentiti dai poliziotti del Commissariato di via Bachelet. Poco importa se l’arma fosse vera o finta: è bastata a seminare il panico tra il personale e i clienti, inducendo i dipendenti della gioielleria a rifugiarsi nei bagni.
La pista
Nelle immagini della videosorveglianza interna all’iper non ci sono le facce dei malviventi. Per questo sarà più complesso dare un volto o un nome a quei quattro sconosciuti. Gli agenti, agli ordini del vice questore Lucia D’Agostino, concentrano l’attenzione sulla vettura utilizzata e su questa stanno compiendo gli accertamenti per capire se sia un’auto pulita oppure rubata, per risalire a proprietà e provenienza. La pista pugliese è un’ipotesi non confermata, ma probabile, visti i precedenti e la via di fuga offerta dalla vicina provinciale 181, la strada interna che collega Vasto e San Salvo e consente di dirigersi a sud evitando di transitare per il centro cittadino.