Da domani 4 dicembre alla Stellantis Europe di Atessa entreranno in servizio venti operai dallo stabilimento di Cassino. Il ricorso alla trasferta dei dipendenti dal Lazio si è reso necessario a causa della rinuncia al rinnovo di alcuni lavoratori interinali. Non è la prima volta che la ex Sevel chiama dipendenti da fuori regione, a settembre, per far fronte alle esigenze produttive, aveva chiesto la trasferta agli operai del plant di Melfi, ma in pochi accettarono [Leggi].
Fermo produttivo e preoccupazioni
Nello stabilimento di Cassino la produzione è ferma dal 30 novembre e lo resterà fino al 7 gennaio 2024 per permettere l’installazione delle linee per l’auto elettrica. Nella fabbrica laziale si produrranno auto elettriche grazie alla piattaforma “Stla Large” che prenderà il posto dell’attuale “Giorgio”. Da questo stabilimento usciranno berline e suv elettrici di fascia alta già dai primi tre mesi del 2024: la Maserati Grecale elettrica, oltre a continuare la produzione di Alfa Giulia e Stelvio.
Nonostante si tratti di una delle prime conversioni all’elettrico in Italia, la preoccupazione per il futuro dello stabilimento non manca: negli ultimi anni i livelli occupazionali sono scesi da 4.500 unità a 2.800. Qui si assemblava anche l’Alfa Romeo Giulietta con una produzione giornaliera complessiva tra i vari modelli di 1.300 veicoli, con l’elettrico la produzione scenderà a 525 vetture. Per i sindacati potrebbe essere significare portare alla necessità di tagliare altri posti di lavoro.
L’incontro del 6 dicembre
Intanto c’è molta attesa in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo per l’insediamento del Tavolo sviluppo automotive istituto dal ministero delle Imprese e del Made in Italy insieme a Stellantis che avverrà il prossimo 6 dicembre. A Roma, oltre a società e rappresentanti del Governo, si incontreranno anche rappresentanti delle Regioni che hanno nel proprio territorio una fabbrica del gruppo, sindacati e Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).
L’obiettivo è quello «di aumentare i livelli produttivi negli stabilimenti italiani, consolidare i centri di ingegneria e ricerca, investire su modelli innovativi, riqualificare le competenze dei lavoratori e sostenere la riconversione della componentistica».
A ottobre Jean-Philippe Imparato, capo della business unit Automotive di Stellantis, ha annunciato l’operazione Pro One che porterà alla produzione di nuovi veicoli commerciali confermando il ruolo principale di Atessa, ma le preoccupazioni dei sindacati non si sono mai sopite.
Speriamo bene.