«Vogliamo essere noi a scrivere il futuro delle nostre aree». È l’idea alla base della Scuola dei piccoli Comuni presentata oggi nell’aula consigliare del Comune di Castiglione Messer Marino. La scintilla che ha dato il via al progetto è scoccata durante l’estate scorsa dopo la presentazione in paese di alcuni libri sullo spopolamento delle aree interne.
La scuola intende essere «una cassetta degli attrezzi per alimentare, avviare o implementare processi di rigenerazione sociale ed economica» per amministratori, ricercatori e per tutti quegli attori che operano nelle aree interne e nelle piccole realtà.
A fare gli onori di casa la sindaca Silvana Di Palma che ha presentato il progetto insieme al direttore della scuola Rossano Pazzagli (docente dell’Università del Molise), ai membri del comitato scientifico Massimo Luciani (presidente dell’Anci Abruzzo), Nicholas Tomeo (dottorando dell’Università del Molise), Sara Franceschelli (Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara) e al gran numero di partner: Anci Abruzzo, Unpli, Uncem, Confcooperative, Slow Food Abruzzo, Cai Abruzzo, Avis Abruzzo, Gal Maiella Verde, Istituto Comprensivo Statale di Castiglione Messer Marino. Presenti per l’occasione diversi sindaci e rappresentanti dei Comuni limitrofi, anche del Molise.
«Essere meno ha significato stare peggio»
Castiglione, tra i comuni di confine dell’Alto Vastese, è probabilmente quello che ha subìto meno lo spopolamento: dai 1.930 residenti del 1973 è passata a 1.493 del 2023. Solo 427 residenti in meno (dato più leggero se confrontato con le realtà vicine) e, soprattutto, servizi e attività conservati nel tempo che oggi sono riferimento pure per altri paesi. La piaga della perdita di abitanti non si è mai fermata, ma solo attenuata, per quella logica ben conosciuta da queste parti che ha portato a un autentico travaso sulla costa sommatosi all’emigrazione verso altre regioni e nazioni:
«La scuola – ha spiegato Pazzagli – è nata perché c’è bisogno di rigenerare le aree interne, termine che oggi va fin troppo di moda, bisogna riequilibrare il bilancio demografico». Il docente non usa mezzi termini: «Essere meno in Italia ha significato stare peggio. Abbiamo tolto servizi e opportunità nei luoghi che restavano spopolati, quando bisognava fare il contrario».
«Questo progetto non è calato dall’alto – ha continuato – e vuole fornire un’idea di rigenerazione che non è solo la trasformazione in borghi per vip o turisti, ma far diventare i paesi luoghi in cui si vive bene».
«È importante che nascano progetti dal basso – ha aggiunto Luciani – Oggi soffriamo un eccessivo bandismo del governo centrale; cioè pubblicare bandi che non rispondono alle esigenze del territorio e ai quali i Comuni devono adeguarsi per prendere soldi. Oggi i Comuni hanno perso un terzo del personale. Bisogna rendere conveniente vivere in questi luoghi a partire dalla defiscalizzazione, basti pensare ai costi per il riscaldamento che non possono essere uguali a quelli della costa».
«Questo sarà un primo anno sperimentale – ha chiuso Pazzagli – L’importante è partire e iniziare a costruire reti».
I corsi
I corsi prenderanno il via nel febbraio del 2024 e ci sarà una lezione al mese, sempre di venerdì; tali date, via via, saranno accompagnati da altri appuntamenti. Ogni lezione sarà composta da una parte seminariale e una di testimonianza di amministratori o altri attori che sono riusciti a innescare processi virtuosi di rigenerazione. Tomeo, in chiusura, ha presentato il programma così strutturato:
23 febbraio 2024 – Paesi, comunità e aree interne. Dalla marginalizzazione alla rinascita
Rossano Pazzagli
22 marzo 2024 – Gli Appennini e le sue popolazioni: storie, geografie ed economie delle montagne abitate
Augusto Ciuffetti (docente Università Politecnica delle Marche)
19 aprile 2024 – La qualità della vita nei territori ai margini: welfare e politiche sociali per le aree interne
Filippo Tantillo (Riabitare l’Italia e Forum disuguaglianze e diversità)
17 maggio 2024 – Aree interne e scuole di prossimità. Per una scuola aperta e accessibile
Daniela Luisi (ricercatrice sociale/Riabitare l’Italia)
21 giugno 2024 – La cooperazione come leva di rigenerazione territoriale delle aree interne
Giovanni Teneggi (responsabile ricerca e sviluppo Confcooperative)