Educare «le giovani generazioni all’affettività, all’amore vero, al rispetto reciproco alle relazioni sane». È l’obiettivo del premio letterario I mille volti della violenza, giunto alla sua seconda edizione.
«Aperto ad autori e case editrici, italiani o esteri, che abbiano pubblicato opere letterarie (scritte in lingua italiana) aventi come tema la violenza in genere, il concorso nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto i giovani al tema della violenza e si configura come un ulteriore tassello che si aggiunge alle attività di Emily Abruzzo, in collaborazione con Unione Nazionale Vittime. Un tassello che attinge alla conoscenza e alla cultura, con la consapevolezza del valore del libro come strumento comunicativo di speranza, da riscoprire in un’era in cui prevale il digitale», spiega Teresa Di Santo, presidente dell’associazione Emily Abruzzo e coordinatrice regionale dell’Unione nazionale vittime. «Insomma, una preziosa occasione per quanti credono nel potere insito nella scrittura e nella lettura intesi come il dare espressione scritta dei propri pensieri ed emozioni rispetto a situazioni dolorose o traumatiche garantendo uno stato di benessere dell’individuo. Un progetto importante che vede l’Istituto tecnico statale economico tecnologico Palizzi di Vasto , scuola pilota in un progetto che è partito a settembre con altre realtà scolastiche del territorio».
Ha colpito tutta Italia la notizia della morte di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate in Veneto. Un femminicidio di cui è accusato il suo coetaneo ed ex fidanzato, Filippo Turetta, rintracciato e arrestato in Germania. Giulia è la vittima numero 105 in Italia dell’inizio dell’anno. Bisogna «dire basta ad una strage di sangue che colpisce ogni luogo in ogni momento e che colpisce tutti noi per il dolore», afferma la professoressa Di Santo. Un urlo contro quegli uomini che credono di amare alla follia una donna fino ad ucciderla, fino a torturarla. «Vorrei urlare a questi uomini che questo è odio, non è amore. Le leggi e i centri antiviolenza non hanno diminuito questa strage di donne e noi, come Associazione Emily Abruzzo e Unione Nazionale Vittime, lo constatiamo giorno dopo giorno ma non ci arrendiamo di fronte a questo delirio di uomini incapaci di amare».
Il Centro antiviolenza Emily Abruzzo è attivo dal 2005. «Incontriamo periodicamente tanti ragazzi e tante ragazze nelle scuole di ogni ordine e grado e dialoghiamo con loro perché il nostro obiettivo è educare le giovani generazioni all’affettività, all’amore vero, al rispetto reciproco, alle relazioni sane», afferma la Di Santo. «Sicuramente leggi più severe sono necessarie e urgenti, così come i centri antiviolenza sono indispensabili per quelle donne che non trovano nella loro casa un luogo sicuro, ma ciò che riteniamo più efficace sono la formazione e la prevenzione a partire dalla scuola dell’infanzia. Sono sempre di più le scuole che ci contattano e noi tutte volontarie siamo onorate di poter contribuire con il nostro supporto e con la nostra esperienza a rendere i giovani più consapevoli e più responsabili. Incontri, convegni, dibattiti, presenza capillare e costante attraverso lo sportello antiviolenza S.A.V.E., un protocollo d’intesa stipulato da Emily Abruzzo e Unione nazionale vittime con Comuni, associazioni, scuole, ordini professionali, parrocchie del territorio sono il risultato dell’azione di contrasto alla violenza».