«Videosorveglianza agli ingressi della città contro la criminalità in trasferta»

Il potenziamento della videosorveglianza di Vasto è una delle prime questioni sul tavolo del nuovo questore di Chieti, Aurelio Montaruli. «Vi assicuro che le telecamere sono di grande utilità», perché un numero consistente di reati viene commesso dalla «criminalità proveniente da Puglia e Campania», per questo serve ampliare «la videosorveglianza, dotandola anche di lettori di targa, per coprire tutti gli accessi alla città. D’estate la popolazione si triplica e dobbiamo avere molti più occhi sul territorio». Senza illudersi di eliminare del tutto i reati, è possibile «far diminuire i furti e anche lo spaccio». Per il potenziamento della rete di telecamere «ho incontrato il sindaco di Vasto». Il nuovo capo della Questura è in visita al Commissariato di via Bachelet, accolto dalla dirigente, vice questore Lucia D’Agostino, e dalla commissaria Rosetta Di Santo.

Da destra D’Agostino, Montaruli e Di Santo

Prevista prossimamente la firma di un protocollo d’intesa tra Questura e Comune per «il collegamento diretto di tutte le telecamere della città con la nostra sala operativa. Sarà possibile collegando un pc del Commissariato alla centrale della polizia locale». Il miglioramento tecnologico andrebbe accompagnato da un incremento dell’organico, anche se «la carenza è in tutta Italia, non solo in provincia di Chieti». A Vasto «anni fa c’era un organico di ottanta unità, ora meno della metà». Il tutto in un territorio nevralgico, in cui «le infiltrazioni delle organizzazione criminali ci sono – conferma Montaruli – come dimostra la recente inchiesta della guardia di finanza». Il lavoro contro la criminalità organizzata avrà «una duplice finalità: da un lato individuare le infiltrazioni nel tessuto economico fornendo informazioni al prefetto perché possa emettere delle interdittive di mafia, dall’altro verificare la possibilità di proporre alla Procura l’emissione di misure di sicurezza patrimoniali (il sequestro dei beni) e personali, come la libertà vigilata».

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