La vertenza Denso sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. È la posizione unitaria uscita dalle assemblee tenutesi ieri nella fabbrica sansalvese. Oggi è l’ultimo giorno in cui gli esuberi sono coperti dalla cassa integrazione, poi probabilmente ci saranno altre settimane a disposizione, ma su questo occorre ancora fare delle verifiche.
Il dato principale è che la richiesta di lavoratori e sindacati (Fim, Fiom, Uilm e Fismic) è quella di affrontare al Mise di Roma la questione dei due piani industriali presentanti con investimenti ancora fermi al palo. «Riteniamo che la discussione sugli investimenti che non vedono ancora la luce si debba fare al Ministero», dice Alfredo Fegatelli (Fiom Cgil).

Per quanto riguarda il delicato tasto degli ammortizzatori sociali, c’è l’accordo con la dirigenza per chiedere la proroga di sei mesi della Cigs, ma «non è sicuro che l’Inps li copra tutti – spiega Marco Laviano (Fim Cisl) – Uno spiraglio c’è, ma bisogna capire qual è la disponibilità economica per tale rinnovo. Se non ci fosse una completa disponibilità, non sappiamo come colmare i vuoti produttivi a causa dei volumi attuali».
Per questo motivo, i risicati volumi attuali, è di primaria importanza portare nuovi prodotti. «Dall’assemblea è uscita la posizione unitaria di portare la questione al Mise perché se oggi non abbiamo gli strumenti giusti per affrontare la Denso è in difficoltà. Con una proroga avremmo sei mesi per affrontare il problema. Entro aprile devono arrivare dei prodotti, poi abbiamo il tempo per affrontare con il Ministero il tavolo dell’automotive con l’indotto stesso. La Denso ora si è impegnata a continuare il piano di investimenti e a portare avanti la proroga di sei mesi, ma ribadiamo che se non ci garantiscono i prodotti abbiamo un problema. Non ci interessa che arrivino da Giappone, Stati Uniti ecc., ma devono arrivare, altrimenti qui diventa un problema».
