Di cosa parliamo – A poco meno di cinquant’anni dal Piano Kurokawa (articolo e video), torna d’attualità il tema della fusione tra Vasto e San Salvo. Unire i due comuni: il dibattito si innesca nuovamente proprio mentre, 70 chilometri più a nord, Pescara, Montesilvano e Spoltore hanno deciso che nel 2027 diventeranno un unico comune. Abbiamo chiesto un parere al professor Emanuele Felice, vastese, economista e storico, docente ordinario all’università Iulm di Milano.
Professor Felice, unire Vasto e San Salvo in un unico comune è un’ipotesi praticabile?
«Dobbiamo distinguere due piani. Uno amministrativo-gestionale, volto al presente. E uno strategico, volto al futuro.
Qui rispondo con riferimento al piano amministrativo-gestionale, per il presente.
Forse ci sarebbe un risparmio di costi. Ma la questione fondamentale, ormai lo abbiamo capito, è garantire i servizi ai cittadini. Se i cittadini di San Salvo devono poi andare fino a Vasto per farsi fare un certificato (pensiamo a quelli che non hanno la macchina, che hanno difficoltà a muoversi), o anche viceversa nel caso si dividessero alcuni uffici, credo che sarebbe un errore, anche al netto del risparmio di costi. In futuro, magari, se avessimo un’amministrazione completamente digitalizzata, e cittadini adeguatamente informatizzati per trarne vantaggio, se ne potrebbe parlare. Altrimenti credo che a rimetterci sarebbero i più deboli».
Chi si oppone a questa ipotesi sostiene che i due comuni perderebbero la loro identità e che a perderci sarebbe San Salvo in quanto comune più piccolo. È corretto ragionare in questi termini?
«Sicuramente la storia di Vasto e quella di San Salvo sono diverse, diverse le peculiarità (alcune, ovviamente). Questo però non pregiudica, di per sé, una fusione. Il problema, ripeto, se restiamo sul piano amministrativo-gestionale, è garantire gli stessi servizi ai cittadini, secondo me prioritario rispetto anche a eventuali vantaggi economici che ci potrebbero essere (vantaggi che, vero, credo andrebbero soprattutto a Vasto)».
Un’eventuale fusione sarebbe utile a generare nuove prospettive di crescita e opportunità di lavoro?
«Qui vengo al piano strategico.
Io vedo soprattutto una opportunità. Un comune unico Vasto-San Salvo diventerebbe nettamente il più popoloso della provincia, superando Chieti. Vasto-S. Salvo potrebbe quindi ambire al ruolo di capoluogo di provincia, con tutto quel che ne consegue. Alla fine, quindi, in prospettiva, un cittadino di San Salvo potrebbe avere il vantaggio di dovere andare a Vasto, anziché a Chieti. E questo sarebbe un bel miglioramento. In un’ottica strategica, volta al futuro, il giudizio cambia completamente».