Il Forum H2O chiama in causa gli enti che hanno autorizzato la riapertura della Esplodenti Sabino dopo la tragedia del 2020. L’associazione ha depositato, il 28 settembre scorso, un esposto al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Pescara per chiedere approfondimenti e valutazioni sul comportamento di Prefettura di Chieti, Ctr regionale e comitato Via Regionale, anche alla luce di tre precedenti esposti e di alcuni documenti di osservazioni depositati dopo il primo grave incidente.
Il documenti intende far luce sull’applicazione delle normative sui rischi di incidenti rilevanti (direttiva Seveso) per gli stabilimenti Esplodenti Sabino, deposito Eni di Ortona e Walter Tosto di Chieti e, per la sola Esplodenti Sabino, sull’applicazione della normativa sulla Valutazione di Impatto Ambientale.
«L’esposto – spiega Augusto De Sanctis, firmatario – non riguarda il comportamento delle aziende ma esclusivamente quello degli enti che sovrintendono l’applicazione e l’attuazione di tali normative. Si chiede in particolare di verificare la correttezza dell’operato della prefettura di Chieti, del Ctr regionale e della Commissione Via regionale. La prefettura è competente per la redazione dei Piani di Emergenza Esterni (P.E.E.) degli impianti a rischio di incidente rilevante, piani che la legge obbliga a rivedere al massimo ogni 3 anni e ad attuare attraverso esercitazioni periodiche rivolte ai cittadini. Si tratta di uno dei tre documenti fondamentali per il funzionamento di un impianto sottoposto alla direttiva Seveso».
Il Forum H2O già nel 2021 aveva sollevato la questione dell’esistenza e della effettiva vigenza del Piano di Emergenza Esterno per la Esplodenti Sabino, «che nelle carte non veniva neanche citato. Esisteva? Era aggiornato? Sul sito della Prefettura non vi è traccia. Idem per le esercitazioni, almeno per gli ultimi 10 anni. Evidenziamo la stretta connessione, prevista dalla legge, tra le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale e quelle per la prevenzione del rischio per gli impianti classificati a rischio di incidente rilevante».
Poi, uno dei nodi della vicenda: «Nonostante l’importanza di questa e di altre questioni, tra cui l’esistenza di un’indagine per gestione non corretta dei rifiuti e un parere della Provincia durissimo sui documenti depositati dall’azienda, il Comitato Via decise di escludere l’impianto dalla più approfondita procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Una decisione a nostro avviso sconcertante, come altre dello stesso comitato prese appena prima della tragedia del 2020. Tali decisioni sono state oggetto di tre precedenti esposti in cui, tra l’altro, si evidenziava l’incredibile esistenza di versioni inequivocabilmente diverse di uno stesso verbale del Comitato Via, una delle quali pubblicata sul sito regionale proprio il giorno dopo la tragedia del 2020. La decisione del Comitato Via del 2021, così come altre decisioni del Ctr regionale (organismo tecnico che sovrintende l’applicazione della Seveso) e della prefettura, hanno poi portato alla riapertura della Esplodenti Sabino nel 2022, oggi nuovamente chiusa dopo l’ulteriore tragico incidente di un mese fa con la morte di altri tre operai».
Due le domande alla base dell’esposto e a cui il Forum H2O chiede di rispondere:
1. Il Piano di Emergenza Esterno della Sabino Esplodenti era stato aggiornato ed era stato attuato secondo quanto previsto dalle norme (cioè rielaborato entro 3 anni e attuato con esercitazioni periodiche), considerando che nell’ultima tragedia 23 persone sono state evacuate dalle loro case?
2. In caso di risposta negativa alla prima domanda, può funzionare uno stabilimento a rischio senza un Piano di Emergenza Esterno valido?