Oltre 7mila tonnellate di rifiuti smaltite illecitamente: coinvolta anche la provincia di Chieti

C’è anche la provincia di Chieti nell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotta dai carabinieri del Noe di Napoli e Salerno sulla gestione illecita dei rifiuti. L’operazione, nella giornata di ieri, ha coinvolto le province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno; nel mirino sono finiti imprenditori, titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione operative nel settore della gestione dei rifiuti, accusati di traffico illecito, riciclaggio e autoririciclaggio e realizzazione di discarica abusiva.

Secondo le indagini lo smaltimento illecito di rifiuti avveniva grazie ad automezzi a noleggio (di una ditta estranea ai fatti contestati), attraverso la sostituzione delle targhe di immatricolazione con altre riprodotte e intestate ad un consorzio (anch’esso estraneo ai fatti). Gli indagati realizzavano poi finti formulari di smaltimento, con i rifiuti – circa 7mila tonnellate – abbandonate in un capannone in provincia di Frosinone, su alcuni terreni agricoli in provincia di Bari, Brindisi e Lecce o in un’ex area industriale salernitana.

Tra le fasi ricostruite dai militari del Noe ci sono la gestione di 860 tonnellate di rifiuti speciali (plastiche e gomme frammiste a residui di rsu), provenienti da imprese campane e abbandonati in un capannone di Sora; la gestione di circa 126 tonnellate di rifiuti speciali (residui del trattamento dei rsu), provenienti da impianti di recupero della Campania e della Puglia e successivamente abbandonati in territorio pugliese su alcuni terreni e nel parcheggio di un supermercato; altre circa 6mila tonnellate di diverse tipologie di rifiuti speciali (anche pericolosi), provenienti da produttori di area campana, abbandonati lungo arterie stradali secondarie o terreni incolti.

Secondo le stime dei carabinieri sarebbero circa 7mila le tonnellate di scarti smaltite illecitamente con un giro d’affari illegale di un milione di euro. Oltre alle 11 misure cautelari applicate nelle citate province (tra carcere e domiciliari) sono scatta i sigilli alle quote di due società, un capannone a Sora, un’area parcheggio a Mesagne (Lecce) e un’ex area industriale a Pontecagnano Faiano (Salerno).

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Un sistema simile (estraneo all’operazione di ieri) in passato ha toccato anche San Salvo nella cui zona industriale, nel 2020, è stato scoperto un capannone completamente riempito di rifiuti stipati illecitamente.

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