Tre “Caretta Caretta” rilasciate in mare dopo le cure

Tre tartarughe marine della specie “Caretta caretta” sono state rilasciate sabato 30 settembre al largo del porto di Ortona. I tre esemplari sono stati recuperati nei mesi scorsi grazie alle segnalazioni dei cittadini e affidati alle cure degli specialisti del Centro Studi Cetacei di Pescara. Sabato, per il rilascio, sono intervenuti gli operatori del Centro di recupero e riabilitazione Tartarughe marine “Luigi Cagnolaro” di Pescara con il supporto dei mezzi della capitaneria di porto di Ortona con la Motovedetta CP885.

«La piccola Circe – spiega una nota della guardia costiera – ha circa 6 anni, è stata recuperata in mare da un diportista, che l’ha avvistata in difficoltà a circa 2 miglia al largo di Termoli. Circe non poteva immergersi, né alimentarsi adeguatamente, a causa di un grosso amo di palangaro che era infisso nel suo esofago. È stata sottoposta ad un intervento chirurgico per la rimozione dell’amo. Medusa è stata trovata spiaggiata, lo scorso febbraio, in gravi condizioni, denutrita, disidratata e ferita. Probabilmente a causa dell’interazione con una rete da pesca, presentava una profonda lacerazione nella regione della spalla destra, che ha richiesto molte cure. Anche Calimera è stata trovata in difficoltà sulla spiaggia, nel febbraio scorso, con la pinna sinistra impigliata in rifiuti di plastica. Purtroppo la sua pinna era in preda a necrosi ischemica ed è stata recisa, ma oggi Calimera gode di ottima salute, è cresciuta molto e grazie al lungo periodo di riabilitazione riesce comunque a nuotare, motivo per cui è stata giudicata idonea alla vita libera».

«Circe, Medusa e Calimera rappresentano tre diversi esempi di interazione antropica ad esito potenzialmente letale per la fauna marina, interazioni che sovente avvengono per le migliaia di tartarughe che abitano il nostro mare. Un lieto evento che ribadisce l’impegno della guardia costiera in tema ambientale, in virtù della dipendenza funzionale dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e della sua diretta collaborazione con il Cnr/Ispra per il monitoraggio e la salvaguardia dei cetacei nel Mediterraneo».

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