Asperger Abruzzo: «Dalla prima lista d’attesa all’intervento terapeutico passano almeno 4 anni»

Marie Helene Benedetti, presidente dell’associazione Asperger Abruzzo torna a lanciare un grido d’allarme sulle liste d’attesa per i piccoli pazienti di Neuropsichiatria della Asl Lanciano Vasto Chieti. Attualmente il personale è di 10 unità, suddiviso tra 4 neuropsichiatri, 3 psicologhe, 1 assistente sociale e 2 infermiere. Dopo l’incontro di marzo con il direttore generale Thomas Schael, sono state allestite tre nuove stanze (oggi ne sono disponibili 10), ma il problema resta quello del personale.

«Le liste di attesa per la prima visita arrivano a settembre 2024 e al momento risultano addirittura bloccate, questo significa che non c’è possibilità di prenotare una nuova visita – dice Benedetti – La cosa ancora più preoccupante è che dopo un anno di attesa per una prima visita, i piccoli pazienti che necessitano di una valutazione dovranno ancora aspettare circa un anno, perché vi è anche qui da fare una lunga lista d’attesa per mancanza di personale».

Maria Helene Benedetti

La presidente dell’associazione definisce gravissimi i dati citati «perché dietro di essi ci sono bambini con gravi disagi che peggiorano di giorno in giorno, ci sono famiglie che non hanno risorse per procedere privatamente e Dio solo sa quanta fretta possano avere i genitori di attivarsi, davanti ai malesseri dei figli non si può attendere, e non si può rimandare difronte alle molteplici patologie che richiedono diagnosi e interventi precoci, non si può temporeggiare davanti al fatto che dei bambini che potrebbero vivere sereni con qualche accorgimento si trovino a soffrire covando correlazioni che potrebbero aggravare una situazione già difficile di per sé».

I tempi lievitano per ogni step: «Liste d’attesa per la prima visita, liste d’attesa per le valutazioni che seguono, liste d’attesa per la restituzione delle diagnosi, e come se non bastasse, liste d’attesa per l’intervento terapeutico… dalla prima lista d’attesa all’intervento terapeutico, in barba alla diagnosi ed all’intervento precoce richiesti nelle linee guida, passano almeno 4 anni. Tutto ciò non è sostenibile». 

«Abbiamo attenzionato anche bandi nazionali che avrebbero potuto apportare i fondi alla nostra Asl utili all’assunzione di personale senza gravare sul relativo Bilancio e sanando le liste d’attesa, ci chiediamo se, e come mai, l’azienda sanitaria non abbia provveduto ad intercettare tali fondi, e, nel caso, per quale motivo non vi abbiamo avuto accesso. La diagnosi precoce è un diritto, non vorremmo dover ricorrere ancora alle vie legali per tutelarlo. Vorremmo conoscere dal direttore Schael le date previste per l’estinzione di tutte le liste d’attesa della Uonpi di Lanciano Vasto Chieti evitando questa volta di pensare solo alle precedenze dei casi gravissimi poiché tale diritto appartiene a tutti gli indigenti».

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