Un Abruzzo che dia opportunità ai suoi giovani. Lo promette Luciano D’Amico. Il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione ha iniziato da Pescara la lunga marcia di avvicinamento alle elezioni del prossimo anno. Dalla Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, ha lanciato la sfida a Marco Marsilio e al centrodestra.
Nato a Torricella Peligna 63 anni fa, ex rettore dell’Università di Teramo, D’Amico definisce l’Abruzzo «in bilico tra il conseguimento di una capacità di sviluppo in grado di autoalimentarsi e un grave arretramento. Questo mentre siamo di fronte a sfide di carattere epocale, che coinvolgono in primo luogo la rivoluzione dei sistemi di produzione. Non possiamo perdere questo treno: accadde già 150 anni al Mezzogiorno, che fu costretto in seguito a una continua rincorsa. Si tratta di sfide che se da un lato minacciano ciò che siamo, dall’altra offrono scenari di opportunità impensabili. Vanno raccolte facendo in modo che proposte delle forze della coalizione possano mettere a frutto nuove modalità di insieme».
«I bisogni della nostra regione vanno affrontati in una prospettiva nuova, dice il docente di economia aziendale. La salute in primo luogo va immaginata in modo globale. Un marchigiano ha un’aspettativa di vita di quasi un anno in più rispetto a un abruzzese: è un problema ampio, che riguarda ad esempio anche il fatto che quattro bambini su dieci nella nostra regione rischiano a causa di una cattiva alimentazione di sviluppare patologie croniche. Dobbiamo fare in modo che non accada e naturalmente affrontare le gravi difficoltà che attanagliano la sanità abruzzese».
Secondo D’Amico, bisogna «creare un ecosistema dello sviluppo, basato su un’economia sempre più basata sulla conoscenza e in grado di sconfiggere le molteplici forme di povertà, economica, sociale e culturale. Non possiamo più permetterci che competenze come quelle dei laureati abbandonino la nostra regione, è su queste dobbiamo puntare. Sempre facendo riferimento alle Marche, regione confinante e per certi versi paragonabile alla nostra, si registra qui un tasso di occupazione di dieci punti percentuali superiore al nostro: è una differenza che va colmata, occorre rimuovere una serie di ostacoli che impediscono alle abruzzesi agli abruzzesi di concorrere allo sviluppo della nostra regione. In Abruzzo deve essere piacevole vivere, l’Abruzzo deve attrarre imprese e cittadini».
Il candidato del centrosinistra conclude citando John Fitzgerald Kennedy: «Andremo sulla luna perché è difficile: il nostro progetto è impegnativo, perché la Regione Abruzzo lo merita e l’impegno sarà tanto maggiore quanto l’entusiasmo che già lo accompagna». E, facendo riferimento alle sue origini umili, ha sottolineato: «Le istituzioni e la comunità mi hanno consentito di studiare e di realizzare il mio progetto di vita. Mi sento di dovere restituire all’Abruzzo tutto quello che ho ricevuto. Vorrei che anche ai giovani di oggi fossero offerte quelle opportunità che io ho avuto».