“Multopoli sansalvese”: due condanne, tre assoluzioni e due prescrizioni

Due condanne e cinque assoluzioni. È questa la sentenza di primo grado del tribunale di Vasto per la multopoli sansalvese, il processo sulla gestione delle contravvenzioni nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011. Per quell’indagine erano imputate sei persone, tra queste l’ex capo della polizia locale di San Salvo, Benedetto Del Sindaco deceduto il 22 settembre 2021.

Il collegio giudicante formato da Stefania Izzi (presidente), Elisa Ciabattoni (giudice) e Rosanna Buri (giudice onorario) ha condannato Carmela Alba Felice (responsabile dei reati di cui agli artt. 100, 476 comma 2 c.p. e artt. 110, 490 c.p. in relazione all’art. 476 comma 2 c.p.) alla pena di 3 anni e 3 mesi e Angela Monaco (responsabile dei reati di cui agli artt. 100, 476 comma 2 c.p. alla pena di 3 anni); entrambe le ex vigilesse sono condannate, inoltre, all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, all’interdizione dal pubblico ufficio di agenti della polizia locale di San Salvo per la durata della pena principale e al risarcimento dei danni in favore del Comune di San Salvo e al pagamento delle spese processuali. Il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto cinque anni di reclusione per Monaco e Felice – difese rispettivamente Antonello Cerella e Fiorenzo Cieri – per le quali c’erano 30 capi di imputazione. «È stato importante stralciare la loro posizione riguardo la maggior parte dei 30 capi di imputazione. Sicuramente ricorreremo in appello anche perché per due dei reati a loro ascritti è prevista la prescrizione nel novembre 2023», dice Cerella.

Dino Di Fabio, Nicola Pagano anche loro vigili (difesi dai legali Clementina De Virgiliis e Alessandra Cappa che esprimono soddisfazione per la sentenza), assolti per non aver commesso il fatto. Assolti anche Gianluca Ciavatta, imprenditore nel campo del soccorso stradale, perché il fatto non sussiste. Prescrizione per Carmela Menna, dipendente comunale, e Felicia D’Errico, investigatrice privata .

La prima sentenza arriva dunque a oltre dieci anni dai fatti contestati. Nel 2018 il processo ricominciò da zero dopo l’accoglimento da parte del tribunale di Vasto dell’eccezione di nullità presentata dai legali degli imputati nell’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale dell’Aquila.

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