L’export abruzzese cresce e la provincia di Chieti guida – in termini assoluti – la classifica regionale. Sono i dati messi in evidenza dallo studio di Aldo Ronci su dati Istat e Coeweb commissionato dalla Cna Abruzzo.
Il primo dato che emerge è l’incremento ben al di sopra della media nazionale: 550 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2022 con un aumento del 12,1%, il triplo dell’incremento medio nazionale (4,2%): numeri che pongono l’Abruzzo al quarto posto assoluto tra le regioni italiane.
Come detto, tra le province (tutte al di sopra del valore medio nazionale) il primato in termini assoluti spetta a quella di Chieti grazie soprattutto al settore automotive. Andando però ad analizzare gli incrementi del semestre preso in considerazione a guidare è la provincia di Teramo grazie a più settori: farmaceutica (+48 milioni;+142,5%), tessile-abbigliamento (+34;+27,3%), alimentare (+26;+32,7%), accessori per autoveicoli (+44;+52,5%). Variazioni importanti anche per la provincia all’Aquila (+123; +18,1%), Pescara (+33; +11,6%) e Chieti (+224; +8,3%).
Influenza meno marcata
L’altro spunto scaturito dai dati è la diminuzione del peso dell’automotive soprattutto in riferimento alla Val di Sangro, comunque ancora predominante, nei valori d’incremento, come spiega lo stesso Ronci, autore dello studio: «Se negli anni precedenti a trainare le migliori performance erano i mezzi di trasporto prodotti nell’area della Val di Sangro, ora la loro influenza è meno marcata, visto l’aumento di appena 69 milioni pari al 5,3%: valore che è un quinto del 25,9% italiano. All’opposto, l’incremento dell’export generato da aziende che producono parti e accessori di automezzi e motori è stato sorprendentemente elevato, registrando una crescita di ben 130 milioni, con un 30,8% che è valore triplo del 10,5% italiano».
Il tallone d’Achille
Il peso dell’automotive – 37% del totale dell’export regionale contro il 10,6% dell’Italia – però induce anche a un’altra riflessione: l’ipoteca che da sempre il mondo dei mezzi di trasporto esercita sull’andamento dell’export regionale si riflette su un altro valore: «In un quadro pure positivo, tallone d’Achille dell’economia abruzzese continua a essere il volume dell’export degli articoli diversi dai mezzi di trasporto, spesso realizzati da aziende regionali – spiega il presidente regionale di Cna Abruzzo, Savino Saraceni – Il suo ammontare, riferito a ogni singola impresa, nel primo semestre 2023 è di 86.788 euro: appena un terzo di quello nazionale, dove nello stesso periodo vale 243.739 euro. Insomma, per ogni singola impresa che non produca mezzi di trasporto, il valore delle merci esportate è triplo del nostro. Un evidente segno di debolezza che deve essere corretto con specifici interventi pubblici di sostegno all’accesso ai mercati internazionali, di innovazione tecnologica e sostegno al credito».
Vino e olio meglio della media nazionale
L’ultima riflessione dello studio riguarda i prodotti alimentari. I più importanti (pasta, vino, olio) hanno registrato tutti un andamento superiore alla media italiana: la pasta aumenta del 12,3%, contro il 7% nazionale; il vino del 10,5%, a fronte addirittura del decremento nazionale (-0,4%), l’olio dell’11,4%, anche in questo caso a fronte del decremento nazionale. Crescita a doppia cifra anche per frutta e ortaggi (+11,7%) ma meno della media italiana.