La chiesa di San Francesco d’Assisi è piena. Centinaia di persone dentro, decine sul sagrato. Vogliono esserci per tributare l’ultimo saluto a Giorgio Celenza, morto due giorni fa a 36 anni.
Le persone che lo conoscevano sono tantissime. Per il suo lavoro di albergatore, che svolgeva con passione a professionalità. Per il suo modo di essere, che lo portava a fare amicizia con tutti. Le persone care non mancano. Come non mancano il mondo dell’impreditoria turistica e quello delle istituzioni. Ma soprattutto ci sono tanti amici e molti di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato nell’arco di un’esistenza finita troppo presto.
Esequie celebrate da padre Luigi Stivaletta, parroco di Stella Maris, e don Gianni Sciorra, parroco di San Paolo Apostolo.
«L’ultima volta che ho visto Giorgio – racconta padre Luigi – avevo sentito il suo arrivo da metri distanza dalla chiesa. Era allegro, gioviale, simpatico. Il ricordo di lui sarà importante, gioioso. Era entrato e aveva osservato tutto, poi mi aveva detto: “Questa è la mia chiesa. Ho tanti ricordi”». «Giorgio non avrebbe mai voluto vedere persone tristi».
Questo è il giorno della tristezza, ma anche quello in cui tutti coloro che amano Giorgio lo accompagnano alla partenza per l’ultimo viaggio con un piccolo tributo musicale sul sagrato al termine delle esequie. E con un grande applauso.