Il profilo genetico per tracciare l’identikit dell’animale responsabile delle aggressioni. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è riunito ieri pomeriggio per discutere dell’ultima aggressione da parte di un canide che ha portato al ferimento di una ragazzina di 11 anni. L’incontro, convocato e coordinato dalla prefettura di Chieti ha visto la partecipazione del prefetto Mario Della Cioppa e di tutti i soggetti interessati: sindaci di Vasto (Menna anche in qualità di presidente della Provincia) e San Salvo, questura, Arma dei carabinieri, guardia di finanza, carabinieri forestali, polizia provinciale, dipartimento Agricoltura servizio Foreste e parchi della Regione, Ispra, Ente Parco Nazionale Maiella (unitamente al proprio veterinario), direzione generale Asl e relativo servizio veterinario e sindaco del Comune di Chieti.
L’incontro è stato preceduto, in mattinata, dal colloquio tra prefetto e presidente Ispra, Stefano Laporta, per definire le linee di azione da analizzare nella riunione e consentire il miglior coordinamento nelle attività operative dei vari enti finalizzati alla cattura del canide o dei canidi responsabili delle aggressioni.
Nel corso della riunione è stato fatto un approfondito esame dei risultati delle attività svolte dal mese di maggio a oggi di monitoraggio ambientale e studio dei movimenti e delle abitudini dell’animale. Tali attività, si legge in una nota della prefettura «sono risultate particolarmente complesse per la molteplicità dei fattori presenti sul territorio, che si estende per circa 2000 ettari, quali ad esempio la rilevante interferenza da parte di altri animali presenti». È emerso che l’animale sembrerebbe prediligere nei suoi attacchi le zone sabbiose nella fascia oraria 22.00/05.30.
La novità principale è che dopo l’ultima aggressione «è stato possibile repertare gli elementi biologici utili alla effettiva individuazione genetica dell’animale aggressore, che insieme alle rilevazioni fotografiche già in possesso del servizio veterinario del Parco Maiella, potranno consentirne la definitiva identificazione circoscrivendo l’ambito di intervento sui siti frequentati». Per tracciare un profilo genetico, però, c’è bisogno di ulteriore tempo «per ottenere la certezza delle analisi e dei riscontri delle immagini, per studiare la migliore tecnica di cattura».
I sindaci di Vasto e San Salvo, Francesco Menna ed Emanuela De Nicolis, hanno confermato la disponibilità per la raccolta di dati utili alle operazioni anche mettendo a disposizione le proprie risorse per ulteriori fototrappole. Oltre a procurare al servizio veterinario ogni elemento utile (immagini fotografiche o video) sarà implementata la vigilanza sul territorio con servizi di polizia locale e protezione civile. Stesso impegno sarà garantito dalla questura e, per quanto riguarda la parte sabbiosa, e della capitaneria di porto di Vasto, in particolare nelle ore serali e notturne. Ogni segnalazione sarà inviata dalle sale operative delle forze dell’ordine ai carabinieri forestali che le inoltreranno al servizio veterinario del Parco.
Penso che le chiacchiere siano troppe ed i fatti pochissimi, in tanto tempo e riunioni fatte nel dire faremo ,informeremo e quant’altro,non si è ottenuto nessun risultato ,del resto ci siamo abituati ognuno vuole proteggersi scaricando ad altri il problema che se non risolto non può essergli attribuito,e si va avanti alla solita maniera.Questa è l’Italia che non voglio.